Un diritto da aggiornare
La Legge 459/2001 è sempre viva e vegeta. Dato che la normativa c’è, siamo concordi nel rispettarla e farla rispettare. Ma è anche lapalissiano che non ne concordiamo il costrutto e, dopo circa diciassette anni dal suo varo, riteniamo che sia possibile migliorarla. Come? Modificandola. Del resto, il provvedimento avrebbe potuto far parte del progetto di riforma della nuova legge elettorale; invece, non è stato. Dato che, da oltre mezzo secolo, curiamo l’informazione indirizzata ai Connazionali all’estero, ci siamo meravigliati, non poco, che proprio da oltre frontiera si sia palesata una linea di pensiero a tutela di come sia stato impostato il voto dall’estero al tramonto del 2001.
Quindi, prendiamo atto dell’esistenza di una Circoscrizione Elettorale Estero ora aperta a candidati residenti nel Bel Paese. Però, non ci sentiamo di condividere una logica che è superata dai tempi e dalle opportunità. Il diritto di voto è inalienabile. Di conseguenza, questo diritto potrebbe essere migliorato attraverso l’introduzione di una normativa che rivaluti la rappresentatività italiana all’estero. Intanto, sarebbe auspicabile abolire il voto per posta. I Candidati al Parlamento dovrebbero essere parti di una delle “Circoscrizioni di Voto”. Valide anche per Candidati eleggibili dall’estero. Tanto per essere più chiari: ogni elettore potrebbe essere messo nelle condizioni di scegliere, col suo voto, chi meglio ritiene in Patria o all’estero.
Solo così, infatti, si potrebbero trattare le poliedriche sfaccettature di una politica che non è, da parecchio tempo, circoscritta al Bel Paese. Già siamo arrivati in ritardo al voto dai Paesi ospiti; non vediamo il motivo per non ottimizzare un’impalcatura che non offre particolari motivi per essere mantenuta tale.
Giorgio Brignola