Sempre loro! Agli italiani piace guardare!
I gilet gialli sono ormai a più di un mese e mezzo di proteste e non se ne vede la fine. Le concessioni del Presidente apparivano totali, quasi una resa senza condizioni, ed invece non sono bastate a placare gli animi.
In molte parti del mondo -e in Francia stessa- le notizie arrivano a pezzi e solo per sottolineare gli eccessi di qualcuno e dipingere di nero l’intero movimento; la realtà è ben diversa e rappresenta chiaramente la incapacità delle compagini governative di rappresentare se non di almeno capire quello che accade.
Siamo in un momento in cui tutti al mondo guardano con crescente simpatie ed attese a questo fenomeno e alle sue evoluzioni.
Perché fermarsi se è evidente che il sistema sta cedendo? Ma perché continuare se ormai hanno avuto tutto?
Queste due questioni contraddittorie appaiono compresenti nelle menti di tutti noi e richiedono una risposta immediata. Una protesta antisistema non appare dal nulla per avere qualcosa; non ha un prezzo, non è una rivendicazione che si può appagare con danari ma richiede un modo differente di far funzionare il sistema. Quindi la cedevolezza del Presidente aumenta l’impegno e non lo demotiva. È certo che nessuno dei manifestanti sa quale possa essere il sistema che debba sostituire l’attuale, ma tutti sanno che così non si può andare avanti. È questa la ragione della simpatia e della speranza che riscuotono in tutto il mondo. E forse è proprio di qui che si partirà per risolvere o avviare a soluzione i problemi degli esclusi e anche delle grandi Corporations che, pur avendo tutto il potere, vedono il futuro carico di insidie più che di opportunità.
Quindi quale che sia l’esito della protesta ne usciranno in piedi tutti: gli insider e gli outsider!
Il pericolo vero è, manco a dirlo, la infiltrazione della sinistra. Sia la sinistra francese che le altre (come quella italiana) si stanno adoperando per trasformare tale protesta in una mega rivendicazione e così presentarsi come i campioni della protesta stessa. Già lo hanno fatto nel ’68 e seguenti quando trasformarono il movimento libertario di allora in una mega protesta sindacale con annesso “statuto dei lavoratori” che non è stato altro che una bomba ad orologeria scoppiata oggi quando -proprio per evitare i rigori di quello statuto- gli operai sono stati integralmente sostituiti dalle macchine. Oggi tentano la stessa operazione per resuscitare un sindacalismo ormai morto e privo di ogni credibilità. Quindi mentre in un primo momento le sinistre di tutto il mondo hanno decretato il silenzio stampa per salvare il loro amico Macron, adesso vedono la possibilità di divenire il rappresentante di tutto il movimento se solo si faccia finta di condividerne lo spirito; salvo poi farsi accreditare proprio da Macron che farà buon viso a cattivo gioco a dialogare con loro cedendo (sempre facendo finta di resistere) qualche piccola fetta di Pil alle classi meno fortunate.
Ma qualcuno nel sindacato adesso pensa ad indire uno sciopero generale; così il sindacato diverrà l’unico interlocutore ufficiale di tutta la protesta sia per i media che per l’establishment.
Si tratta di conservare il sistema quale è derubricando la protesta ad una richiesta salariale vasta ed articolata ma nulla di più; questo è il progetto delle sinistre..
A quel momento vedremo se i gilet gialli insisteranno e quindi daranno il colpo definitivo al sistema, (lo stesso che si sperava che grillini e leghisti avrebbero dato in Italia) oppure no, se si faranno giocare definitivamente.
È probabile che tale basso gioco delle sinistre alleate alla grande impresa e grande banca riesca, ma è sicuro che così non si cureranno le cause ma solo i sintomi. E quindi quando la deflagrazione ci sarà, sarà ancora più rumorosa.
Canio Trione