Borsa: a Wall Street il peggior natale della storia
Tokyo crolla a -5% listini usa minimi 20 mesi con shutdown-fed, petrolio -4,17%
La peggior vigilia di Natale della storia per Wall Street, che ieri sera ha chiuso un lunedi’ nero crollando ai minimi degli ultimi 20 mesi: i listini Usa perdono oltre il 2%, appesantiti dallo shutdown e dal possibile licenziamento di Powell da parte di Trump. “L’unico problema della nostra economia e’ la Fed”, ha detto il presidente. Pesante anche il petrolio, che scende sotto i 44 dollari al barile perdendo il 4,17%. Crolla la Borsa di Tokyo, che perde oltre il 5% ai minimi in 15 mesi.
È la peggior vigilia di Natale della storia quella di oggi per WallStreet, che ha chiuso in forte calo. I listini statunitensi pagano le tensioni su diversi fronti: il problema dello shutdown del governo federale, la guerra aperta tra Donald Trump e la Fed, il calo dei prezzi del petrolio. Il Dow Jones ha perso il 2,91% chiudendo a 21.792,20 punti, il suo livello più basso da settembre del 2017; il Nasdaq ha ceduto il 2,21% chiudendo a 6.192,92 punti; e l’indice S&P 500 ha perso il 2,7% chiudendo a 2,351.11 punti. Martedì 25 dicembre i mercati resteranno chiusi. “L’unico problema della nostra economia è la Fed. Non sentono il mercato, non capiscono le Guerre Commerciali necessarie o il Dollaro forte, né gli shutdown dei democratici per i Confini”, ha attaccato su Twitter il presidente Usa, Donald Trump. “La Fed è come un potente golfista che non può mandare in buca perché non ha tocco, non riesce a puttare”, ha rincarato Trump, da settimane in guerra con la banca centrale. “È la vigilia di Natale e il presidente Trump trascina il paese nel caos”, hanno accusato Nancy Pelosi e Chuck Schumer, i leader dei democratici alla Camera e al Senato. “Il mercato azionario precipita perché il presidente sta conducendo una guerra personale contro la Federal Reserve, subito dopo aver licenziato il suo ministro della Difesa”, hanno dichiarato.Crollano anche iprezzi del petrolio, che avevano già subito forti perdite la scorsa settimana, e sono tornati a scendere con decisione alla vigilia di Natale. Gli investitori rimangono scettici sulle rassicurazioni dell’Opec in merito alla stabilità del mercato e temono le turbolenze economiche. A New York il barile di Wti con consegna a febbraio ha perso 3,06 dollari, il 6,7%, per chiudere a 42,53 dollari, il livello più basso da giugno 2017.