La lingua italiana, pur con la sua storia millenaria, la sua grande letteratura e l’apprezzamento di milioni di persone nel mondo, un museo vero e proprio ancora non ce l’ha. Di se e come rimediare a questa lacuna di parlerà il prossimo 13 febbraio a Palazzo Firenze, sede centrale della Società Dante Alighieri.
A partire dal 2003, quando è stata inaugurata la grande mostra sulla lingua italiana presso gli Uffizi a Firenze (dal titolo “Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua”, sotto la direzione di Luca Serianni), la Società Dante Alighieri non ha mai abbandonato il progetto di creare anche per l’italiano un museo in forma stabile.
Cogliendo l’occasione dell’uscita di alcuni volumi nati da quell’esperienza, come “Storia illustrata della lingua italiana” di Luca Serianni/Lucilla Pizzoli, “Il museo della lingua italiana” di Giuseppe Antonelli e di un lavoro che illustra il grande fascino della lingua italiana (Claudio Marazzini, “L’italiano è meraviglioso”), mercoledì prossimo, 13 febbraio, dalle 17.30 a Palazzo Firenze si terrà un pomeriggio di presentazioni e riflessioni su come rappresentare la lingua italiana in un museo.
Alla tavola rotonda, oltre agli autori, saranno presenti anche il Segretario Generale della Dante, Alessandro Masi, in veste di moderatore, il presidente dell’ASLI (Associazione per la storia della lingua italiana) Michele Cortelazzo e Marco Mancini (Accademia dei Lincei).
Siamo pronti per un museo della lingua italiana?
Se ne discute alla “Dante Alighieri”
ROMA – Nel mondo esistono oltre sessanta musei permanenti dedicati alle lingue, senza contare i musei virtuali. Si tratta di musei dedicati alle lingue in generale o a singole lingue: grandi lingue di cultura come il portoghese (lo straordinario museo di San Paolo, distrutto da un incendio nel 2015, dovrebbe riaprire nel 2019), ma anche altre lingue nazionali, lingue minoritarie, lingue a rischio di estinzione: afrikaans, basco, guaraní, lituano, nüshu e ungherese, solo per citarne alcuni.