No tav, scontri in Val di Susa. Salvini, non si torna indietro
Alla marcia dei No Tav un gruppo di manifestanti incappucciati sfonda la recinzione del cantiere. La polizia risponde con i lacrimogeni, 48 denunciati e un agente ferito. Il capo M5s promette battaglia in Parlamento, ma i No Tav lo criticano. Il ministro dell’Interno: indietro non si torna. Inviata dal Mit la lettera formale all’Ue senza la firma di Toninelli: “Andiamo avanti con i lavori”.
Bruxelles ha ricevuto la lettera con cui l’Italia conferma il proprio impegno per la Torino-Lione. La missiva e’ siglata da un dirigente del Ministero dei Trasporti e dal timbro della segreteria di Palazzo Chigi. Manca la firma del ministro Toninelli, da sempre contrario alla realizzazione dell’infrastruttura. Come resta contrario tutto il M5s, mentre il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha detto si alla prosecuzione dei lavori “perche’ bloccarli sarebbe piu’ costoso”. Che sarebbe la posizione cavalcata dalla Lega.
Sul blog delle stelle si era parlato della manifestazione No Tav davanti al cantiere in Val di Susa, facendo riferimento all’opera definita “del tutto inutile, fuori dalla storia e negativa sul piano finanziario e ambientale” e invita chi vuole sostenerla a “mettere la faccia in Parlamento” su quello che viene definito come un “regalo a Macron”.
E Luigi Di Maio su Facebook: “Noi non ci arrendiamo! Siamo stati, siamo e saremo sempre No Tav e queste battaglie le dobbiamo combattere fino alla fine. Siamo valori ed idee. Ricordiamocelo”, scrive su Twitter il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. Di Battista, da parte sua, si limita a condividere quest’ultimo post affermando di essere “completamente d’accordo”, in una giornata che vede il M5s ricompattarsi sulla Tav. E il ministro dell’Interno Matteo Salvini, su Twitter avverte che “La Tav si fara’, indietro non si torna”. “Se qualcuno a Roma ha ancora tempo da perdere per un ennesimo dibattito parlamentare, il cui esito e’ scontato a favore della Tav, lo faccia”, dice il governatore leghista del Piemonte, Alberto Cirio, “ma senza che questo significhi far tardare l’opera anche di un solo giorno, perche’ di tempo il Piemonte e l’Italia ne hanno gia’ perso troppo”.