Premio alla Bulgaria per il più “più antico relitto intatto”
Sarà assegnato al “più antico relitto intatto del mondo”, scoperto a 2 km di profondità nel Mar Nero, al largo della costa della Bulgaria, l’edizione 2019 del premio International Archaeological Discovery Award, il premio intitolato a Khaled al-Asaad, direttore dell’area archeologica e del Museo di Palmira dal 1963 al 2003. Il premio è attribuito ogni anno nell’ambito della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si svolgerà a Paestum dal 14 al 17 novembre.
Il relitto è stato mantenuto intatto dall’insolita composizione chimica dell’acqua e alla mancanza di ossigeno sotto ai 180 metri di profondità ed è stato ritrovato dal Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP) che ha scoperto una nave di legno risalente a 2.400 anni fa, con gli elementi strutturali, fra cui l’albero e i banchi per i rematori, mai prima d’ora rinvenuti intatti in navi così antiche, attestandolo come il più antico relitto completo conosciuto trovato in mare. Le barche rituali egizie ritrovate negli scavi, come quelle di Cheope, sono, infatti, molto più antiche ma erano all’asciutto. L’esplorazione durata tre anni ha portato alla scoperta di più di 60 relitti storici.
La nave, lunga circa 23 metri, documentata grazie a un sottomarino a comando remoto (ROV, remotely operated vehicle) dotato di telecamere, appare simile alle navi mercantili raffigurate su antichi vasi greci. Un piccolo frammento del relitto è stato estratto e analizzato con il metodo del radiocarbonio, risultando risalente al V sec. a.C., epoca in cui le città-stato greche intrattenevano frequenti rapporti commerciali fra il Mediterraneo e le loro colonie lungo la costa del Mar Nero.
La spedizione bulgara ha battuto gli altri quattro candidati: a Saqqara, in Egitto, a sud del Cairo un antico laboratorio di mummificazione; nel Deserto Nero, in Giordania, il pane più antico del mondo; l’iscrizione e le dimore di pregio scoperte a Pompei; la scoperta in Svizzera della più antica mano in metallo trovata in Europa. La scelta della scoperta premiata è stata fatta dalla giuria composta da Archeo, la prima testata archeologica italiana, in collaborazione con le testate internazionali che sono tradizionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), Archéologia (Francia), Archaologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).