Voto universale
Ci saranno tante “novità” sul fronte del voto; ma quello degli italiani all’estero sarà ancora per posta. Solo si passerà dalla quota”18” a “12” parlamentari. Eppure, certe incoerenze non ci sono sfuggite. Avremmo visto positivamente il cambiamento di questa Circoscrizione Estero che non ci ha mai convinto. Nel frattempo, certi Parlamentari sono migrati in altre formazioni politiche e chi li ha votati, non s’identifica più nel partito che li ha accolti.
Meglio, quindi, prospettare tutta la questione tramite il varo del voto “unico”; quello che avevamo ipotizzato già da qualche tempo. In altri termini, i Connazionali all’estero dovrebbero essere messi nelle condizioni di votare presso le nostre sedi consolari o, ancora migliore, per via elettronica. Con questa premessa, sempre meno peregrina, potrebbe anche trovare spazio un Partito capace d’autonomia politica e con la possibilità di aderire, al momento opportuno, ad alleanze, anche di governo, meno compromesse.
E’ inutile negarlo: il nuovo dispositivo elettorale non ci ha convinto più di tanto. Anche se i rappresentanti dei Partiti espongono in modo differente le loro motivazioni. Tutti sono, però, d’accordo che cambiare non è impossibile. Su questa realtà ci siamo pronunciati da almeno due anni. Manca, ancora, una volontà politica per farlo. Ci vuole una nuova normativa elettorale che consenta un diverso esercizio del voto. Insomma, come abbiamo più volte scritto, anche la Legge Tremaglia sarebbe da “aggiornata”.
Giorgio Brignola