Secondo i primi dati il partito di Boris potrebbe incassare 368 seggi su 650. Deluso dai risultati il partito di Jeremy Corbyn che raccoglierebbe appena 191 seggi. Un vero tracollo per i Labour che andrebbero ben al di sotto delle aspettative.
Se Boris Johnson raggiungesse la percentuale di voti del 45%, sarebbe superiore a quella che Tony Blair raggiunse nel 1997 (era del 44,3%) e superiore a quella che Margaret Thatcher ottenne in una delle sue tre vittorie (44,9%, 43,5% e 43,2%) e il più alto dai tempi di Edward Heath nel 1970 (46,2%).
Ciò darebbe a Johnson una maggioranza “confortevole” alla Camera dei Comuni e spianerebbe la strada alla Brexit alla fine di gennaio.
Il risultato è una conferma della strategia di Johnson di fare una campagna elettorale con una sola promessa: “portare a termine la Brexit”.
Johnson ha già raggiunto un accordo di “divorzio” sulla Brexit con Bruxelles, ma non è stato in grado di farlo approvare in Parlamento dopo il no di alcuni sostenitori conservatori. Oggi, dopo aver sconfitto i ribelli dal suo stesso partito e con la sua maggioranza appena acquisita, il suo piano di portare fuori dalla Ue il Regno Unito non dovrebbe più essere un problema.
Una volta che il Regno Unito è fuori dalla UE , Johnson ha in programma di iniziare immediatamente a negoziare un nuovo accordo commerciale con l’Europa. Ideale sarebbe un accordo entro la fine del 2020, prima della fine del cosiddetto periodo di transizione durante il quale il Regno Unito sarà ufficialmente fuori dall’UE, ma sarà comunque soggetto a tutte le sue norme e regolamenti. Il periodo di transizione è consentito per evitare un’uscita drammatica . Questo risultato elettorale determinerà senza dubbio i negoziati commerciali e potrebbe portare a una versione più morbida della Brexit, che vedrebbe il Regno Unito più allineato all’UE. La grande maggioranza significa che Johnson non avrà più bisogno di compiacere i “Brexiteer” ( come sono chiamati quelli che vogliono un’uscita immediata dall’Unione Europea) molto duri nel suo partito per ottenere l’approvazione del Parlamento.
Se il risultato venisse confermato metterebbe fine a tutte le incertezze sulla Brexit e allontana l’ombra del Labour a trazione socialista di Jeremy Corbyn, temuto dai mercati e nel mondo del grande business per il suo programma radicale in politica economica e sociale.
La vittoria di Johnson affiderà al partito e al premier una responsabilità molto grande. Garantire un accordo commerciale con un partner più grande e molto più esperto nei negoziati sarà ancora più difficile per il Primo Ministro britannico.
fonte: https://www.theguardian.com/ https://edition.cnn.com/