Coronavirus, il Governo ha deciso: da domani chiuse scuole e università fino a metà marzo
La decisione assunta nel corso della riunione tra il premier Conte e i ministri. Ma il ministro dell’Istruzione precisa: «Non è ufficiale, provvedimento solo nel pomeriggio»
Il Governo ha deciso: da domani e fino a metà marzo chiuse tutte le scuole e le università in Italia per gli effetti del coronavirus.
L’ipotesi della chiusura delle scuole in tutta Italia era uno dei temi chiave sul tavolo della riunione tra il premier Giuseppe Conte e i ministri a Palazzo Chigi di questa mattina.
Gli italiani dovranno inoltre cambiare stile di vita. Niente strette di mano, niente abbracci, basta meeting e congressi, stop alle manifestazioni, anche a quelle sportive. Le partite di calcio, semmai, potranno avvenire solo a porte chiude. Ma si deciderà nelle prossime ore la soluzione definitiva.
Il governo mira anche a potenziare il sistema sanitario, con un aumento del 50% dei posti nelle terapie intensive, quelle più sotto pressione in emergenza coronavirus. Per quel che riguarda lo sforamento del deficit, la richiesta potrebbe arrivare venerdì in Parlamento.
Azzolina: «Ufficialità nel pomeriggio»
«Nessuna decisione sulla scuola è stata presa. Non c’è la chiusura ed abbiamo chiesto al comitato tecnico scientifico una valutazione e un parere su questo che sia proporzionale allo scenario epidemiologico. Questa decisione arriverà nelle prossime ore». Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, al termine della riunione sul Coronavirus fra i ministri e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Le misure da adottare
Il nuovo Dpcm raccoglie indicazioni del comitato scientifico arrivate ieri al governo: stop a convegni, congressi, manifestazioni, anche a quelle sportive, evitare abbracci e strette di mano, starnutire e tossire in un fazzoletto evitando qualsiasi tipo di contatto; chi ha oltre 75 anni e a chi ne ha più di 65 ed è ammalato l’invito è a rimanere a casa e a non frequentare luoghi affollati.
Niente abbracci e strette di mano
«Lavaggio frequente delle mani; starnutire o/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie; mantenimento nei contatti sociali di una distanza interpersonale di almeno un metro; evitare abbracci e strette di mano; evitare scambi di bottiglie, bicchieri in particolare durante attività sportive». Sono le misure inserite nella bozza del dpcm con il quale il governo invita ad adottare questo tipo di comportamenti per contrastare la diffusione del contagio del coronavirus.
Si raccomanda «a tutte le persone anziane e/o affette da patologie croniche, con multimorbilità, nonché con stati di immunodepressione congenita o acquisita di limitare le uscite non strettamente necessarie ed evitare luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza/interpersonale di almeno un metro», prosegue la bozza del decreto.
Stop a eventi pubblici e privati, inclusi teatri e cinema
«Sospensione di manifestazioni di qualsiasi natura, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato e in luogo chiuso aperto al pubblico (inclusi cinema e teatri) che comportino affollamento di persone e che non garantiscano il rispetto della distanza di sicurezza/interpersonale di almeno un metro».
«Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolti all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono consentiti esclusivamente nel rispetto delle raccomandazioni» – previste, si legge ancora nella bozza.
Eventi sportivi solo a porte chiuse
«Sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse», si legge nel Dpcm.
«È fatto divieto di trasferta dei tifosi residenti» nelle regioni Emilia Romagna Lombardia e Veneto e nelle province di Pesaro e Savona “per la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti regioni e province».