“Il coronavirus ha ucciso anche il turismo. Un po’ ovunque nel mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (Omt), il numero di turisti internazionali potrebbe diminuire quest’anno del 60-80% a causa della pandemia. Tutto dipende dall’apertura progressiva delle frontiere.
Sempre secondo l’Omt, si prevede che la domanda interna si riprenderà più rapidamente di quella internazionale. Non a caso Svizzera Turismo, l’agenzia svizzera di promozione turistica, punta proprio sul turismo indigeno per sostenere le regioni su cui peserà l’assenza degli stranieri, come la Svizzera centrale, l’Oberland bernese e i Grigioni. L’emergenza in atto costringerà infatti a restare a casa grossi gruppi di ospiti provenienti da Asia e Stati Uniti.
Per promuove le vacanze estive e le vacanze in città in Svizzera, mettendo l’accento sulla molteplicità e varietà di offerte su tutto il territorio, Svizzera Turismo ha coniato lo slogan “Ho bisogno di una vacanza. Ho bisogno di Svizzera”, slogan utilizzato in video, cartelloni e spot pubblicitari.
Questo sforzo per rilanciare il turismo casalingo è sostenuto dalle autorità federali che hanno messo a disposizione del settore 40 milioni di franchi.
C’è da chiedersi allora cosa avrà pensato il consigliere federale Ignazio Cassis quando il suo omologo italiano Luigi Di Maio, durante l’incontro tenutosi a Ligornetto all’indomani dell’apertura della frontiera, ha lanciato un appello a tutti gli svizzeri di andare in Italia in vacanza. Un appello che molti svizzeri seguiranno, vanificando in parte lo forzo della Confederazione di rafforzare il turismo indigeno. L’Italia è infatti la seconda destinazione degli svizzeri, dopo la Germania e prima della Francia. E come si può vedere dal grafico, gli svizzeri nel 2018 hanno fatto registrare oltre 10 milioni di pernottamenti.
SITUAZIONE IN ITALIA
Secondo i dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), l’Italia è il paese europeo con la quota maggiore di presenza di turisti stranieri dopo la Spagna (50,6% e 63,8% nel 2019) ma prima di Regno Unito (43,9%) e Francia (30,5%), che hanno un turismo prevalentemente indigeno. La chiusura delle frontiere dunque ha pesato fortemente sull’industria turistica italiana.
IN PRIMAVERA UN QUINTO DELLE PRESENZE TURISTICHE DELL’ANNO
L’arresto dei flussi turistici a partire da marzo ha azzerato un’attività che proprio nel trimestre marzo-maggio in Italia ha la sua fase di rilancio stagionale, favorita dal susseguirsi di occasioni tra le festività pasquali e Pentecoste, rilevante per l’afflusso di stranieri. Per capire l’importanza di questi mesi, nel trimestre marzo-maggio dello scorso anno si sono registrate in Italia circa 81 milioni di presenze turistiche, pari al 18,5% del totale annuale. I turisti nella stagione primaverile, come detto, sono in maggioranza stranieri (56% delle presenze).
A partire da questi dati pubblicati da Istat si può capire l’importanza della clientela estera in questo periodo dell’anno che è confermata anche dai dati di flusso della spesa turistica: nel solo trimestre marzo-maggio del 2019, si sono spesi a 9,4 miliardi di euro. Quest’anno, nello stesso periodo, la quasi totalità del normale flusso di spesa effettuato da viaggiatori stranieri è destinato a risultare nullo.
Considerate anche le difficoltà negli spostamenti a lungo raggio, l’Italia deve puntare sui suoi clienti affezionati che possono raggiungere il Belpaese con i mezzi propri. E la Svizzera, paese confinante, rappresenta un obiettivo più che interessante. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha così colto l’occasione della sua visita in Svizzera per lanciare il suo appello: “Venite in vacanza in Italia”.
SITUAZIONE IN SVIZZERA
La crisi del coronavirus ha affondato anche il turismo in Svizzera. Stando al Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (Kof) la perdita di guadagno in Svizzera è stimata a 8,7 miliardi di franchi (da marzo a giugno). Per risollevarsi Svizzera Turismo ha lanciato una campagna promozionale internazionale senza precedenti, con il sostegno della Confederazione.
“È più drammatico che mai, non vi sto prendendo in giro”, ha enfatizzato Martin Nydegger, direttore di Svizzera Turismo, in una conferenza stampa online a inizio giugno. “Per l’anno in corso prevediamo un calo del fatturato fino al 35%. Era dagli anni della guerra, 1940, che non assistevamo a una situazione come quella sperimentare in questa primavera del 2020”.
Obiettivo principale dell’offensiva sono i turisti elvetici. “Il turismo nazionale sarà un pilastro decisivo”, ha sottolineato Nydegger.
Per il Kof, però, i turisti svizzeri, nonostante gli sforzi di Confederazione e Svizzera Turismo, nonché dei vari enti turistici cantonali, non potranno compensare la mancanza degli ospiti stranieri durante l’estate. Nei mesi estivi le città elvetiche dovranno fare i conti con un 50% in meno di pernottamenti e la zona alpina dal 20 al 30% in meno. In tutto l’anno turistico 2020, il numero di pernottamenti si prevede sia oltre il 30% inferiore rispetto all’anno precedente.
I pernottamenti di cittadini elvetici in Svizzera nel 2019 sono stati 17’922’428 su un totale di quasi 40 milioni.
SVIZZERA – ITALIA
Non si può certamente fare un confronto tra i due paesi, troppo diversi per taglia, abitanti, attrazioni turistiche e potere d’acquisto. Un fatto curioso però va sottolineato: l’Italia è il sesto paese per presenza di suoi turisti in Svizzera. Così come la Svizzera è al sesto posto in Italia. Detto questo, il numero di pernottamenti di svizzeri in Italia è 10 volte superiore a quello degli italiani in Svizzera, nonostante la popolazione italiana sia 7 volte quella elvetica.
La bilancia turistica è nettamente a favore dell’Italia. Secondo i dati della Banca d’Italia, nel 2019 gli svizzeri hanno lasciato in Italia più di 2,5 miliardi di euro. Proprio per questo motivo, il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che deve anteporre gli interessi del proprio Paese, è venuto in Svizzera appena le frontiere sono state riaperte. Grazie all’invito ufficiale e alla presenza del consigliere federale Ignazio Cassis, Di Maio ha utilizzato la massiccia presenza di mass media svizzeri come megafoni per lanciare il suo ormai famoso appello. Dossier aperti e spinosi come quello della Convezione contro le doppie imposizioni (accordo dei frontalieri incluso), la situazione di Campione d’Italia, sono passati in secondo piano. Come non capirlo? A questo punto la polemica delle auto blu al suo seguito è veramente poca cosa”.