Lettera aperta al Console d’Italia a Zurigo, dr. Giulio Alaimo

Lettera aperta al Console d’Italia a Zurigo, dr. Giulio Alaimo

Il Console di Zurigo, dr. Giulio Alaimo, tra qualche settimana si trasferirà  nel Principato di Monaco, dove ricoprirà  l’incarico di  Ambasciatore e vorremmo approfittare dell’occasione per portare a conoscenza della comunità italiana  alcuni particolari sull’operato del dr. Giulio Alaimo.

Era il 23 settembre del 2016, ad  appena 2 mesi dal Suo insediamento, quando venne per la prima e ultima volta a trovarci alla Casa d’Italia di Lucerna, i connazionali  erano onorati e contenti di conoscerlo.   La Casa d’Italia, in quel periodo,   ospitava l’asilo materno gestito dalle Suore Scalabriniane che accudivano diversi bambini. Il suddetto immobile comprato nel 1939 dallo Stato italiano, insieme a un contributo della comunità italiana locale, per andare incontro anche alle esigenze  dei  genitori che lavoravano, potendo lasciare, in questo modo,  i propri figli nella  struttura.   Per motivi di sicurezza e di fiducia,  la Comunità affidò, in seguito,  l’immobile nelle mani sicure dello Stato,  ma  quest’ultimo ha preferito, nel 2018,  mettere all’asta l’edificio , senza venire incontro agli interessi e alle esigenze  dei Connazionali.

La Casa d’Italia negli anni è stata sede  anche del consolato fino al  2000, diventando  poi agenzia consolare e infine è stata assorbita dal Consolato di Zurigo. Inoltre, sempre nel  suddetto edificio,  ha operato il corrispondente consolare, la Missione Cattolica, La Dante Alighieri, l’Unitre, Le ACLI, il CASLI, la  biblioteca italiana, il CONI, etc. Vi era anche un ristorante gestito dalla Colonia Libera.

Improvvisamente, nel 2017 da Roma venne  deciso  di chiudere l’edificio.  Preoccupati, a questo punto, della vendita, negli ultimi anni, di altri immobili dello Stato italiano  in Svizzera, come quelli di Locarno, Bellinzona e San Gallo, ci siamo messi subito all’opera per raccogliere la somma di denaro, corrispondente alla cifra della base d’asta,  richiesta nel bando . Nonostante avessimo una trattativa privata scritta, in comune accordo con la Farnesina, alla fine, una volta raccolto il denaro, il Ministero degli Esteri  non ha voluto venirci incontro.  Quell’immobile, come Lei ben sa, pregiatissimo dr. Alaimo,   raccoglieva 80 anni di storia dell’emigrazione italiana, è doveva essere salvato per tramandarlo alle future generazioni e non venderlo al miglior offerente!

Adesso, ci sentiamo traditi dalle Istituzioni: dall’allora Ambasciatore Del Panta, dai parlamentari eletti all’estero, dall’inutile CGIE  e dal   Com.It.Es di appartenenza. Infatti,  ci saremmo aspettati dal  Presidente del Com.It.Es di Zurigo che, oltre ad aver scritto lettere a destra e a manca, senza ricevere risposte, si fosse  con spirito  patriottico recato   dal Console Alaimo  e  dal precedente  Ambasciatore, a nome della Comunità, pretendendo che avessero   telefonato  alla Farnesina, per non far partire l’asta. Purtroppo tutto ciò non è stato fatto, per non contraddire le Istituzioni romane. Sottolineiamo, quindi, l’indifferenza di tutti i rappresentanti delle Istituzioni summenzionate,  per non essere stati in grado  di fare squadra,  al  fine  di  salvare quell’immobile  dall’immenso valore umano-storico-culturale.  Quello, però, che ci ha fatto arrabbiare  è stato  l’atteggiamento arrogante  dello Stato italiano,  che non si è   degnato nemmeno  di rispondere alle nostre richieste di sospensione del  bando di vendita all’asta  della Casa d’Italia di Lucerna, concedendoci la priorità di acquisto, insomma la nostra richiesta di acquisto a  prezzo d’asta non fu presa nemmeno in considerazione. Qui si nota la stima ed il valore che Roma  ha  verso gli Italiani residenti all’estero. Abbiamo dovuto giustificare l’operato di Roma anche  nei confronti della Citta di Lucerna, che  aveva espresso per iscritto la  volontà di acquistarla ma non segui nessuna risposta. Proviamo vergogna!

Nella comunità di Lucerna e cantoni limitrofi, ormai, non sappiamo dove organizzare eventi culturali  e commemorare le nostre feste nazionali. Ci  sentiamo abbandonati dallo Stato italiano con una profonda ferita che stenta a rimarginarsi. Aspettiamo tuttora una risposta a questo operato.

Infine, vorremmo segnalare al dr. Alaimo,  che nel novembre 2018 sono stati cancellati nella sola zona di Lucerna, Niedwalden, Obwalden e Uri   ben 3 corrispondenti consolari.  Ne è rimasto  solo uno che, ora, deve fare il lavoro che, precedentemente,   svolgevano in quattro.

Dopo oltre vent’anni di  volontariato, queste persone  che la comunità apprezzava, sono state improvvisamente destituite dalle loro mansioni, senza una spiegazione. Sarebbe stato cortese se fosse giunto loro un ringraziamento per iscritto del loro decennale lavoro di volontariato,  svolto  a costo zero.

Purtroppo, nonostante  il caso   fosse stato fatto presente, diverse  volte,   alle riunioni del Com.It.Es, dove Lei , dr. Alaimo, nell’ultimo anno, prima del coronavirus, è stato sempre assente, facendosi sostituire per svariati motivi da un funzionario del Consolato, finora non è stata presa nessuna decisione sull’argomento.

Di conseguenza,  gli  scriventi con la suddetta lettera ne approfittano, per rivolgere  un immenso grazie agli ex-corrispondenti consolari:  Andrea Nieddu, Pietro Razza e  Carmine Di Clemente.

Un’ ultima osservazione riguarda la ristrutturazione della  Casa d’Italia di  Zurigo, ancora di proprietà dello  Stato,  dove  il dr. Alaimo  non si è prodigato più di tanto per riservare, in futuro,  un piccolo spazio alle Associazioni e ai Connazionali, che prima della chiusura dell’immobile , nel 2017,   era stato   il loro  punto di ritrovo  e di riferimento.

Da persone educate e rispettose delle Istituzioni  Le auguriamo, comunque, ogni bene  nel Suo nuovo ruolo di Capo Missione nel Principato di Monaco.

 

Ippazio Calabrese Consigliere Com.It.Es /Zürich  

Carmine Di Clemente ex-Corrispondente Consolare, 

Cavaliere Giulio Rossi 

Judith Conte  

Angelo  Farina  

Giuseppe  Carrubba  

Franco Nuzzo 

Richard Emmenegger 

Carmelina Santangelo 

Evangelo Perez  

Antonio Peragine

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