NEW YORK. – Mentre da San Francisco la grande mostra sulla “modest fashion” si prepara a volare a New York, la Nike si tuffa in piscina con una nuova collezione dedicata alle donne di fede islamica e ai loro comportamenti “pudici” quando si trovano in pubblico.
Al di là del puro stimolo fisico, ciò che rende speciale il nuoto e gli sport acquatici è la sensazione di connessione con l’acqua: la libertà dell’assenza di gravità, la pace della fluidità intorno a tutto il corpo. È con questo spirito che questa settimana Nike ha presentato la sua nuova linea Victory Swim Collection disponibile dal primo febbraio su nike.com e presso rivenditori selezionati in tutto il mondo.
L’ispirazione iniziale e’ venuta dal feedback delle atlete al Nike Pro Hijab, il primo hijab sportivo professionale introdotto due anni fa. “Più ascoltavamo, più vedevamo possibilità di aiutare le atlete in nuove dimensioni, progettando in modo inclusivo e per far sì che sempre più donne si sentano a proprio agio a praticare sport”, spiega Martha Moore, vicepresidente e direttore creativo Nike.
Il nuoto era stato finora uno degli sport in cui le donne islamiche si sono storicamente trovate in difficoltà: vedi il bando del burkina in spiaggia imposto tre anni fa da molte municipalità francesi tra cui Cannes e Nizza. Molte variazioni del burkina, termine inventato dalla designer australiana-libanese Aheda Zanetti, sono venduti in paesi islamici e altrove ma sono fatti più per camminare nell’acqua che per nuotare.
Diversa la linea Victory: “Quando lo indosso mi sento super leggera e tranquilla”, afferma Zahra Lari, pattinatrice degli Emirati: “Non appesantisce e mi aiuta a nuotare meglio. È diverso da qualsiasi costume da bagno che abbia mai visto e so che posso indossarlo e sentirmi sicura”.
La collezione, che comprende il costume da bagno premium Nike Victory Full-Coverage completato da capi accessori per il nuoto quali Nike Victory Swim Hijab, Nike Victory Swim Tunic Top e Nike Victory Swim Leggings, introduce performance innovative nella linea di costumi da bagno pensate per le atlete che desiderano potersi muovere liberamente in acqua pur restando completamente coperte.
Tra le tecnologie adottate, una è ispirata a come gli squali aprono la bocca mentre nuotano per contrastare la resistenza opposta dagli strati di tessuto al libero movimento nell’acqua. Il lancio della linea Victory precede di poche settimane l’arrivo il 28 febbraio al Cooper Hewitt di New York dei una nuova edizione della mostra sulla “modest fashion” dei Fine Arts Museum di San Francisco: uno spaccato di diverse interpretazioni del lusso, della streetwear e della haute couture nel mondo islamico che l’anno scorso aveva messo in catalogo anche il Pro Hijab della Nike.
(di Alessandra Baldini/ANSA)