La disobbedienza incivile
Di Daniela Piesco Vice Direttore www.progetto-radici.it
di Daniela Piesco
Pochi giorni fa a Roma si sono svolte manifestazioni negazioniste in nome di un Governo di liberazione nazionale ,contro la dittatura sanitaria del Governo e invocando la resistenza contro le misure del governo accusato di aver privato della libertà gli italiani attraverso le mascherine ,il distanziamento sociale ,il divieto di assembramenti trasformato in un divieto di manifestazione e via discorrendo.
E sì, perché a differenza dell’«utile idiota» teorizzato da Stalin,non agiscono a loro insaputa in favore di altri, bensì a svantaggio di sé e degli altri. Non servono a nessuno, nemmeno a sé stessi.
Rispetto agli irresponsabili gli aggettivi si potrebbero sprecare. Ma nessuno appare adeguato e sufficiente a definire chi pone in essere comportamenti che possono danneggiare non solo sé stesso ma anche le altre persone, non rendendosi conto che ogni giorno di ritardo nell’annientamento del virus si traduce non soltanto in un aggravamento del bollettino delle vittime ma anche in un ulteriore sfiancamento del tessuto economico e produttivo, di cui non siamo ancora pienamente consapevoli e con cui dovremo inevitabilmente fare i conti quando l’emergenza sarà finita.
Se c’è una cosa che ho imparato durante la pandemia è che il virus non ha ali, non ha gambe, non è capace di muoversi. Viaggia a bordo dei nostri corpi, insomma. Se ci fermiamo, si ferma anche lui. È una verità elementare, che a molti, a troppi sfugge.
Negli anni Settanta del secolo scorso si affermò in Italia, grazie soprattutto a Marco Pannella e al Partito Radicale, un movimento di «disobbedienza civile», che mirava attraverso il mancato rispetto di leggi ritenute ingiuste ad affermare nuovi diritti. Battaglie pacifiche che segnarono un’epoca, nelle quali – sulla scia di Henry David Thoreau e del Mahatma Gandhi – l’atto di disobbedienza era dettato da una rivendicazione sociale che non intendeva danneggiare nessuno, ma anzi ampliare la sfera delle libertà individuali.
Oggi, invece, a causa del flagello Coronavirus siamo entrati nella stagione della «disobbedienza incivile». Provvedimenti urgenti dell’esecutivo, dettati dall’esigenza di tutelare la salute pubblica in una situazione di manifesta emergenza, vengono incredibilmente ignorati per noncuranza, indifferenza o incapacità di comprendere la gravità del momento.
Ebbene Il 7 ottobre 2020 il Consiglio dei Ministri n. 66, vista la nota del Ministro della salute e il parere del Comitato tecnico scientifico, ha deliberato la proroga, fino al 31 gennaio 2021, dello stato d’emergenza dichiarato in conseguenza della dichiarazione di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte della Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
E’ stato inoltre approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020.
Vediamo i punti salienti che emergono dalla bozza del prossimo Dpcm sull’emergenza coronavirus:
La mascherina sarà obbligatoria “in ogni situazione in cui c’è la possibilità di incontrare persone non conviventi” con multe che arrivano fino a tremila euro per i trasgressori.
Ciò non significa esattamente che bisognerà sempre e comunque indossare la mascherina all’aperto: il decreto prevede infatti che sarà obbligatorio avere sempre con sé, al di fuori della propria abitazione, dispositivi di protezione individuale, “con possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo anche all’aperto allorché si sia in prossimità di altre persone non conviventi”
L’obbligo non varrà per coloro che stanno svolgendo attività sportiva (no motoria ), per i bambini di età inferiore ai sei anni; per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.
Le regole sono semplici: al chiuso la mascherina andrà indossata in ogni occasione, tranne che nella propria auto e nella propria abitazione, ma solamente se in casa siano presenti solo i conviventi e non qualche ospite occasionale.
Nei ristoranti potrà essere abbassata quando si sta seduti al tavolo per consumare. All’aperto invece andrà indossata mentre si cammina o si staziona nei centri abitati, mentre potrà essere tolta in luoghi isolati e in mezzo alla natura, e se ne potrà fare a meno anche andando in bicicletta, in moto o sul monopattino.
Sarà poi aumentato il livello dei controlli sugli assembramenti, che secondo Speranza “sono un rischio reale che non possiamo permetterci”. Inoltre verrà riattivato il Comitato operativo della Protezione civile, come nei primi mesi dell’epidemia. Come per tutti i dpcm precedenti, le Regioni potranno solo inasprire e non alleggerire i provvedimenti contenuti nel decreto.
Tra i temi da tenere in forte considerazione c’è anche quello relativo alla quotidianità domestica dei cittadini, specialmente alle cene a casa e alle piccole feste con amici.
Cosa dice il nuovo Dpcm a tal proposito?
Salvo indicazioni diverse a livello locale che potrebbero essere interpretate diversamente, le festicciole non sono limitate dai Dpcm governativi. Un via libera nei limiti del buon senso e della responsabilità, ovviamente. Non ci sarà alcuna multa per cene organizzate a casa, ma ricevere amici al chiuso senza mascherine e le altre misure di sicurezza (distanza di un metro, igienizzazione di mani e ambienti) rimane rischioso.
Il testo del Dpcm entrato in vigore l’8 ottobre non fa riferimento alle feste private, ma introduce “solamente” l’”obbligo di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”.
Il premier Conte ha escluso misure ad hoc nelle mura domestiche: “Dettare regole che non potrebbero essere sanzionate concretamente non avrebbe senso”. Ma fa appello “allo spirito di condivisione di un progetto e un destino comuni da parte della comunità nazionale.” È stata questa la nostra forza, afferma il presidente, è stato questo il segno della nostra resilienza. Da qui la forte raccomandazione ad adottare comportamenti appropriati anche in famiglia.
Piuttosto, il governo ha rilanciato con forza in questi giorni la campagna per l’utilizzo dell’app Immuni, che consente il tracciamento dei contagi.
Gli Sport di base possono continuare : calcio, rugby, danza, pallavolo, pallacanestro e tutte le altre attività pomeridiane gestite da società che abbiano attivato protocolli di sicurezza non verranno limitate dal nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, firmerà nelle prossime ore, dopo il confronto tra governo e Regioni e una nuova riunione del Comitato tecnico scientifico. Resteranno aperte anche le palestre.
Via libera, come si legge nella bozza, all’attività motoria “purchè comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona, salvo sia convivente”.
Gli studi professionali devono consentire la presenza di non più di una persona per ogni stanza, incentivando il ricorso allo smart working. Il ricevimento della clientela deve avvenire o con modalità telematiche o attraverso una barriera che non consenta il contatto. La stanza in cui avviene il ricevimento deve essere igienizzata dopo ogni accesso.
Nuove disposizioni in arrivo anche per matrimoni e funerali: “I matrimoni possono essere svolti con la sola presenza dei soggetti che devono intervenire secondo le norme dello stato Civile alla celebrazione e non più di dieci invitati. La mancata osservanza della disposizione determina l’invalidità del matrimonio stesso. I funerali devono svolgersi con la presenza contemporanea di non più di quindici persone.
Qualcuno, in questi giorni, finisce per guardare con invidia alla Cina. Nazione antidemocratica per eccellenza, ha paradossalmente tratto linfa proprio da questa sua caratteristica per vincere in tempi relativamente brevi la sfida con Covid-19.
Alla base, però, com’è noto, c’è anche una concezione del mondo assai differente da quella occidentale.
Sicuramente le imposizioni governative che stiamo vivendo non spegneranno la democrazia, ma tutti dovremmo capire che la libertà di ciascuno trova un limite nella libertà altrui in quanto animali sociali, umanamente interconnessi.
Sembra strano ma ancora non ne siamo molto convinti.
Che dire la speranza è l’ultima a morire. Persino dopo il virus.
Daniela Piesco