Informazione virale stagionale
Insomma, per chi è possibile vittima, la “carica” virale, dopo un’estate relativamente tranquilla sotto il profilo epidemiologico, è tornata a innalzarsi. Nei mesi scorsi, quasi quotidianamente, virologi di chiara fama esprimevano le loro opinioni su una riduzione degli effetti della carica virale ed anche l’ipotesi che il Covid-19 avesse, per qualche motivo non chiarito, ridotta la sua aggressività.
Si era chiamata in causa la bella stagione, i raggi ultravioletti, le temperature più elevate. Insomma, pur con una ragionevole allerta, l’estate è trascorsa senza particolari emergenze; con buona pace dei cittadini e di chi, in materia, è esperto. Ora, con l’autunno, le interviste ai virologi sono calate, con le correlate fiduciose previsioni. La curva epidemiologica è tornata a salire. Meno che in altri Paesi UE. Ma non è ben chiaro il motivo.
Però, almeno sul fronte della pandemia, fare dei paragoni non sembra aver pregio. Gli esseri umani non sono fatti in serie e la maggiore, o minore, sensibilità all’aggressione virale è ancora tutta da chiarire o da dimostrare. I reparti di terapia intensiva hanno riaperto i battenti e del vaccino si continua a ipotizzare. Forse, ci vorrebbe più chiarezza di base. Indispensabile per capire i provvedimenti che saranno presi per frenare il diffondersi del Covid-19. Previsioni, in materia, proprio non siamo in grado di farne. Né contiamo più di tanto su chi si sente di farle. Anche dati i precedenti.
Insomma, l’allerta Pandemia è tornata a preoccupare; anche se in modo meno diretto che per il passato. Come a scrivere, tanto per capirci che, sino che non sarà commercializzato un vaccino sicuro, il possibile contagio continuerà a condizionare il nostro tipo di vita e non solo quella.
E’ iniziato l’autunno e sono tornate le lapidarie notizie sulla diffusione del Coronavirus in Italia e nel mondo. Numeri, con relativi grafici, senza commenti e diffusi dal Ministero dalla Salute. Tutti i giorni, poche notizie e la nota di una progressiva salita della curva epidemica.
Giorgio Brignola