“Nel 2012 sembrava che tutto fosse sistemato definitivamente tra l’Italia (la ex potenza coloniale) e la giovane Repubblica Eritrea – scrive Rovito nella nota -: si era stipulato un accordo Tecnico Bilaterale tra i due Governi per regolare la gestione congiunta della Scuola, accordo della durata di cinque anni, rinnovabile alla scadenza. Ma i guai cominciano subito. Intanto il Governo Italiano non nomina i componenti di parte italiana nel Comitato Tecnico congiunto previsto dall’Accordo Bilaterale per la gestione dell’Istituto. Inspiegabili ed inspiegati a tutt’oggi i motivi di tale omissione”.
“Ma le cose peggiorano decisamente nel 2017 e nel 2018 – spiega ancora Rovito -, quando con la riforma dell’istruzione, si riducono drasticamente i fondi per gli istituti di formazione all’estero (D.L.n. 64/2017 e D.M.n. 2051/2018), impedendo l’impiego di personale supplente e imponendo il ricorso a docenti locali, decisioni che hanno avuto ripercussioni negative su tutto il Sistema Scolastico Italiano all’Estero, fino a quel momento uno dei punti di eccellenza dell’Italia nel mondo. In Eritrea il ricorso massiccio al personale locale ha diminuito di molto il carattere distintivo della scuola e della sua offerta formativa, ingenerando nel governo eritreo, non a torto, l’impressione di un venir meno dell’interesse da parte italiana verso questa istituzione”.
“Da parte eritrea si è cercato di sollecitare l’Italia al rispetto degli accordi – aggiunge ancora -, ma il silenzio in cui sono caduti questi solleciti, ha frustrato ogni tentativo di soluzione del problema. Malgrado ciò, alla scadenza dell’accordo, nel 2017, il Governo Eritreo, nel silenzio di quello Italiano, ha rinnovato la licenza di apertura dell’Istituto di anno in anno fino all’anno scolastico 2019/2020. Nel 2020 la incerta gestione della pandemia da parte del Governo Italiano (che tante polemiche ha ingenerato e ingenera in Italia) ha avuto ripercussioni negative anche per la Scuola di Asmara. Infatti la Scuola avrebbe deciso autonomamente la sospensione dell’attività didattica, dimenticando che la gestione della Scuola è regolata dall’accordo del 2012, non solo senza concordarla con le Autorità locali, ma avvisandole della decisione solo poche ore prima della chiusura. Il tardivo intervento del presidente Conte presso il Capo del Governo Eritreo non ha avuto alcun esito, per cui al governo italiano non è rimasto che raccogliere i “cocci” della propria inadeguatezza e occuparsi della ricollocazione del personale italiano in altre istituzioni. Noi riteniamo – ribadisce – che una storia iniziata nel 1903 non può chiudersi in questo modo, e pertanto rivolgiamo un appello al Capo dello Stato, il Presidente Mattarella, al Presidente del Consiglio, ai Parlamentari Italiani tutti, soprattutto a quelli eletti all’estero, agli esponenti della Cultura Italiana, all’opinione pubblica italiana in generale, perché si faccia tutto quanto è possibile per trovare un accordo con il Governo Eritreo per rinegoziare un accordo per la riapertura della Scuola di Asmara”.
Rovito dunque rivolge un appello anche al Governo Eritreo, tramite l’Ambasciatore di Eritrea in Italia ed ai numerosi studenti ed ex studenti della Scuola di Asmara, “perché siamo sicuri che la presenza della Scuola Italiana in Asmara è stato e può essere ancora fattore di progresso anche per l’Eritrea”.