Sono le proposte “anti Covid” giunte dal web meeting promosso dal Dipartimento Italiani all’Estero di Fratelli d’Italia, guidato dall’on. Roberto Menia, alla presenza tra gli altri dell’ex ministro degli esteri, Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, il Presidente del Ctim Vincenzo Arcobelli e alcuni rappresentanti dei paesi inseriti in tabella F delle norme Covid.
Negli ultimi mesi, complice la nuova logistica del lavoro dettata dalla pandemia, abbiamo assistito non solo al lavoro da casa per moltissimi cittadini e cittadine, ma anche al south-working. Ovvero molti italiani del sud sono tornati nei borghi di origine pur lavorando per aziende del nord. Si potrebbe estendere questo modus operandi all’Italia intera dall’estero, con una sorta di Italy-working: portare in Italia nostri concittadini che lavorarebbero da remoto nel nostro paese pur conservando il rapporto con le aziende straniere che li hanno assunti. In tal modo si avrebbe anche un interessante ritorno in termini di indotto.
In secondo luogo non c’è una Europa virtuosa che ha scampato il pericolo Covid visto che in questi giorni si ripropone una seconda ondata di contagi che ha visto di nuovo i Paesi europei impreparati: a differenza di quanto dicono a tutt’oggi le tabelle ministeriali che vietano l’accesso in Italia dai paesi in tabella F , in diversi di questi le curve di contagio sono da alcune settimane in rapida discesa. Ci si riferisce ad esempio a Panama, Santo Domingo, Brasile, Perù.
Le nostre comunità all’estero si chiedono con quali dati siano state costruite le tabelle e di conseguenza come siano di classe a paesi che oggi dovrebbero stare in tab d E F o al contrario perche permangano in tab F paesi dove ormai il pericolo non è più presente o comunque in misura molto minore. La richiesta è di un monitoraggio costante ed un aggiornamento periodico delle tabelle.
Ancor più importante la questione relativa a quegli italiani che, proprio per osservare scrupolosamente la legge e le norme, si sono iscritti all’Aire ma ai quali è stato precluso il viaggio di ritorno in Italia dai paesi di fascia F. Non è stato bello, francamente, sentirsi considerare cittadini di serie B pur essendo presenti nelle liste Aire.
Inoltre l’ emergenza Covid ha evidenziato in diversi paesi notevoli problematicità e mancanze nei Servizi consolari, al di là dei servizi emergenziali che hanno continuato a essere erogati, in diversi paesi (dall’ Africa all’America ). In Brasile ad esempio la chiusura perdura da sei mesi, il che è inaccettabile sia considerato il ruolo del Consolato, sia considerato il contesto lavorativo brasiliano dove altri uffici al pubblico sono da tempo riaperti. Urge la creazione di un call center dedicato per orientamento dei cittadini italiani viaggianti.
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