La sensazione
Di Giorgio Brignola
Ci sono spese che, bene o male, fanno parte dei nostri bilanci famigliari. Anche analizzando, in senso inverso, questo problema, la questione non cambia. Com’è logico. In teoria, in Italia, l’80% delle famiglie, che hanno almeno un membro che lavora, dovrebbero farsi carico, in qualche modo, del 20% che non ce la fanno più a tirare avanti e non per demerito. A scriverlo sembra semplice. In pratica, è difficile; se non impossibile. Perché anche nei nuclei familiari non ancora al “tappeto” serpeggia la disoccupazione giovanile e lo stipendio, quando c’è, non basta per tutto. Questa Pandemia ha favorito un divario sociale pericoloso. Ci si accontenta del meno e si riscoprono antichi sapori di una cucina più povera. Se il fenomeno fosse limitato, si potrebbe anche far bel viso a cattiva sorte, ma le proiezioni, più che attendibili, già evidenziano che la percentuale degli occupati stenterà a salire. Per frenare il regresso, dovrebbe tornare la fiducia degli imprenditori. Ma, da come s’è messa in politica, francamente ne dubitiamo. Stiamo svendendo i pezzi fondamentali del nostro lavoro. La produttività d’Italia andrà a rifiorire altrove e, con quella, emigrerà anche il benessere che c’era stato promesso; forse anche in buona fede. Anche il 2021, forse “Covid free”, sarà un anno “difficile”. Certo è che, nonostante il basso profilo di questo Potere Esecutivo, si dovrebbero avviare strategie per tentare d’andare “oltre”. Condottieri, per la carità, non ne vediamo e non ne vogliamo. Essere statisti “autentici” è una dote di cui il Bel Paese è sprovvisto. I politici che dicono la loro, invece, non si contano. Molte volte, però, sono punti di vista privi di prerogative per ridare dignità a questo Penisola che ne avrebbe tutto il diritto. Ora non ci rimane che attendere l’”evolversi” della politica nazionale. Le altre nostre “sensazioni”, proprio perché tali, preferiamo non manifestarle. Giorgio Brignola