Nelle cosiddette “zone di massima attenzione” o “zone rosse” (28 province in particolare), sono stabilite le condizioni per le aperture e il funzionamento dei locali che effettuano distribuzione di alimenti e bevande: il numero dei clienti in presenza nel locale deve essere limitato, privilegiando la vendita da asporto. Il Centre of Covid19 Situation Administration (CCSA) del Governo thailandese valuterà le modalità più appropriate di applicazione di questa misura per ciascuna provincia. È inoltre vietato il consumo di bevande alcoliche nei ristoranti, pub e bar. Quanto ai centri commerciali, community mall, fiere, conference hall, centri di esposizione, centri commerciali di convenienza, supermercati o simili, possono aprire salvo il rigoroso rispetto delle misure preventive stabilite dalle autorità sanitarie.
Le misure in vigore da oggi prevedono anche che i governatori provinciali possano assumere ulteriori misure e in particolare chiudere, limitare o proibire luoghi o locali o mezzi e sospendere qualsiasi attività ritenuta a rischio nelle proprie aree di competenza.
Previsti pure controlli degli spostamenti tra province, che ad ogni modo sono scoraggiati.
Agli operatori privati le autorità thailandesi chiedono di applicare modalità di lavoro agile, che possono includere: lavoro a distanza, giorni di lavoro alterni o orari di lavoro differenziati di inizio e fine, per ridurre l’affollamento sui mezzi e nei luoghi pubblici attraversati per raggiungere il posto di lavoro.
Per la città di Bangkok, la Bangkok Metropolitan Administration (BMA) ha inoltre disposto, a partire da domani, martedì 5 gennaio, l’obbligo per i ristoranti di effettuare solo servizi da asporto nella fascia oraria dalle 19.00 alle 6.00.
Le scuole a Bangkok resteranno chiuse fino al 31 gennaio.
L’Ambasciata d’Italia raccomanda dunque ai connazionali di attenersi alle misure adottate dalle autorità, sia centrali sia locali, e di rispettare il distanziamento sociale.