La coerenza
Di Giorgio Brignola
Gli italiani residenti oltre confine sono 5.492.000 di cui, però, 1.847.500 vive all’estero dalla nascita. Nel frattempo, nel giro di vent’anni (2000/2020), la percentuale di Connazionali per il mondo è salita del 28% rispetto al passato di stessa durata (1980/2000). Concretamente, il numero maggiore è concentrato in Paesi europei. La nostra Comunità più numerosa è in Germania, seguita dalla Svizzera. A conti fatti, dall’Italia si continua a espatriare. Questa volta, però, non sono i manovali a lasciare il Paese. Lo abbandonano specialisti diplomati e laureati. Le spiegazioni di questo fenomeno sono variegate e con l’amaro sentore di una politica occupazionale carente. C’è, però, chi è convinto che questi nuovi flussi non debbano essere interpretati come fughe, ma come libere scelte. Sarà. Intanto, si continua a perdere maestranze specializzate. Del resto, sempre per voci autorevoli, le attuali correnti migratorie sarebbero solo temporanee; con prospettive di un futuro rientro. Tuttavia, i nostri dubbi restano; anche perché la mancanza di lavoro non avrà tempi brevi. La realtà attuale è differente e più sconcertante di quella testimoniata nella prima metà del secolo scorso. Lo scriviamo con convinzione: lasciare il proprio Paese è anche segno di una sconfitta sociale della quale gli implicati non sono la causa primaria. Da qualche tempo, lasciano la Penisola anche i pensionati che intendono vivere, con più dignità, la loro vecchiaia in Paesi ospitali e meno “costosi ” del Bel Paese. Cerchiamo, per una volta, d’essere coerenti: se l’Italia potesse offrire occupazione e prospettive di lavoro per il futuro, l’Emigrazione andrebbe a ridursi fisiologicamente e l’emergenza “esodo” sarebbe più bilanciata. Non è così. Purtroppo, il Paese si presenta ancora con tanti problemi occupazionali. Le “promesse” di lavoro non bastano per ridare fiducia a chi l’ha perduta. Insomma, la nostra Emigrazione ha dei precisi responsabili che, nonostante tutto, continuano a “barcamenarsi” nella politica nazionale. Giorgio Brignola