Da Bolzano a Stoccolma negazionisti in marcia
di Paolo Pagliaro
Le Regioni stanno chiedendo al personale sanitario se c’è la disponibilità a farsi vaccinare. In Emilia Romagna il 96% dei medici e degli infermieri ha risposto sì. In Alto Adige la maggioranza degli infermieri non ha risposto e tra chi lo ha fatto il 40% si è detto indisponibile. In quella provincia, come è noto, c’è il tasso più alto di no vax , ci sono stati mesi di polemiche contro le restrizioni imposte dal governo e ora c’è anche uno dei più alti tassi di positività al coronavirus.
L’approccio negazionista all’emergenza, anche quando si dà una postura scientifica, può portare a conseguenze tragiche, come ha dovuto ammettere ieri il re di Svezia, unico paese d’Europa a non imporre restrizioni né lockdown e ora con una mortalità dieci volte superiore a quella dei vicini. Al negazionismo dedica un’inchiesta approfondita il sito Valigia Blu, che chiama in causa le responsabilità dei media. Viene citato uno studio della Cornèll University che, analizzando 38 milioni di articoli sul Covid 19, ha trovato che più di 1 milione riportavano informazioni scorrette.
Il tema è affrontato da Robert Shiller, premio Nobel per l’economia, di cui Franco Angeli pubblica il saggio intitolato “Economia e narrazioni. Come le storie diventano virali e guidano i grandi eventi economici”. Shiller si occupa anche delle epidemie narrative, che spesso accompagnano quelle sanitarie. Ricorda che due anni fa, durante un’epidemia di Ebola in Congo, i medici collegarono l’elevato tasso di contagio alle narrazioni che raggiungevano la popolazione, L’80% delle persone aveva sentito dire che l’Ebola era un’invenzione per destabilizzare il Paese o per far guadagnare le case farmaceutiche. Le due epidemie, quella narrativa e quella sanitaria, si cibavano l’una dell’altra e il risultato fu drammatico.
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