New York La tempesta polare che ha trasformato New York in una città fantasma
Dall’Upper East Side ad Harlem, dalla Fifth Avenue a Times Square, si sentono solo i rumori delle macchine spala neve. Chiuse le scuole, sospese migliaia di vaccinazioni, dimezzati i servizi bus e metro, l’aeroporto LaGuardia ha cancellato tutti i voli commerciali, il Jfk l’85 per cento dei collegamenti. Il sindaco Bill de Blasio: “Chi può, resti a casa”
La prima grande tempesta americana del 2021 colpisce New York. Sulla sua traiettoria 110 milioni di persone, ovvero un americano su tre. Da ieri notte la Grande Mela è imbiancata, polare, deserta. Sono attesi sessanta centimetri di neve entro domattina, ma intanto la situazione è già d’emergenza e quasi lunare: dall’Upper East Side ad Harlem, dalla Fifth Avenue a Times Square, si sentono solo i rumori delle macchine spala neve. Chiuse le scuole, sospese migliaia di vaccinazioni, chiuso il Javits Center, dove è stato allestito il più grande centro di vaccinazione della città, dimezzati i servizi bus e metro, l’aeroporto LaGuardia ha cancellato tutti i voli commerciali, il Jfk l’85 per cento dei collegamenti.
Migliaia di addetti del municipio sono al lavoro da domenica notte per spargere il sale sulle strade. I palazzi di lusso a Madison e Park Avenue si differenziano perché i portieri da stamani spalano la neve davanti ai portoni. Per tutti gli altri pazienza: in alcuni punti della città la neve ha già raggiunto i trenta centimetri ed è difficile camminare lungo i marciapiedi. Central Park, come da tradizione, ha assunto presto l’aspetto di un parco giochi siberiano: centinaia di bambini sono arrivati muniti di slittino e si sono divertiti a scendere lungo i pendii che si affacciano sulla Fifth Avenue o il Dakota Palace dove visse e morì John Lennon.
I newyorkesi sono sempre molto previdenti e organizzati: visto che la tempesta “Orlena” era attesa da giorni, in città si è registrato il boom degli acquisti di slittini. Le ricche famiglie che vivono sulla Quinta, invece, si sono presentate a Central Park con gonfiabili di plastica buoni per il taboga estivo, su cui hanno fatto salire i figli più piccoli.
Con il passare delle ore la temperatura è scesa sotto i cinque gradi, alcuni tratti di strada, soprattutto a ridosso del ventoso East River, spazzato da raffiche che viaggiavano a una velocità di 60 chilometri orari, sono ghiacciati. Sotto molti lampioni si sono formati stalagtiti di ghiaccio. Il novanta per cento dei negozi, nel cuore di Manhattan, è rimasto chiuso. Lo stesso è avvenuto per le boutique sulla Quinta. Non c’è stato neanche bisogno di mettere l’avviso. Semideserta anche Times Square, popolata solo di spalatori e di qualche temerario che si è voluto fare un selfie ricordo.
“Non sottovalutate questa tempesta – ha detto il sindaco, Bill de Blasio – è una cosa molto seria. Chi può, resti a casa”. I newyorkesi lo hanno ascoltato. Erano cinque anni che New York non viveva un’atmosfera polare come questa: nel gennaio 2016 caddero quasi settanta centimetri di neve. Un record, dicono i meteorologi, che potrebbe essere battuto.