Il nostro messaggio a Draghi
Di Giorgio Brignola
Gli italiani all’estero restano una realtà socio/politica. Oggi ancor più importante che per il passato. Riteniamo, di conseguenza, che la loro rappresentatività in Patria debba essere portata alla ribalta parlamentare in modo più appropriato e politicamente articolato. Il “rimandare” ci preoccupa e non poco. Mentre torniamo a sollecitare il varo di una nuova rappresentatività per chi vive lontano dal Bel Paese, chiediamo chiarezza. Non intendiamo polemizzare, ma domandiamo d’evidenziare le “competenze”che sarebbero dovute per chi vive “altrove”. Manca, ancora, l’attuazione di un Dipartimento per gli italiani all’Estero (DIE); svincolato dal MAECI e collegato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Insomma, senza ancora tergiversare, il Parlamento, potrebbe farsi carico, almeno, di una proposta di legge per superare le incerte posizioni degli italiani che vivono “altrove”. Invece, nonostante tante oggettive riflessioni, il problema sembra restare inconcluso. Nessuno ne tratta. Torniamo a domandare chiarezza per evitare, poi, le consuete interpretazioni restrittive di comodo. Per questi motivi, restiamo, saldamente, sulle posizioni che avevamo manifestato già in passato e che sono ben note a chi ci segue. Siamo disponibili a un confronto con chi intende contribuire a questo progetto che coinvolge milioni d’italiani nel mondo. A questo punto, il “silenzio” non ha più senso. Quelle che tentiamo di cogliere sono pareri operativi. Questo è il “messaggio” che intendiamo rivolgere al Dott. Draghi e a chi ci segue, con fiducia, da tanti anni. Insieme, ce la possiamo fare. Ora restiamo in attesa di un”segnale” politico. Ci contiamo.
Giorgio Brignola