Le richieste di tutela e assistenza
– La commissione Europa e Africa del Nord del CGIE ricorda poi che “gli effetti di queste misure hanno prodotto disoccupazione, di conseguenza rientri in Italia di nostri connazionali. Molti di loro perché privi di tutela e assistenza. Numerosi sono stati i rientri dal Regno Unito, che alla fine del 2020 ha licenziato i legami con l’Unione europea portando a compimento la Brexit. Anche la rete diplomatico consolare ha avuto numerose difficoltà. A causa dei contagi tra i funzionari molte sedi hanno dovuto chiudere temporaneamente e per garantire i servizi hanno introdotto il lavoro agile. Nella maggior parte dei presidi della rappresentanza, invece, i funzionari si sono alternati nel lavoro di sportello e di backoffice. Lo stesso CGIE ha risposto con immediatezza alle sollecitazioni delle comunità organizzando continue riunioni in videoconferenza, che hanno portato ad aggiornamenti continui e alla messa in campo di iniziative di soccorso e di risposta alle istanze provenienti dai territori. Sono state organizzate raccolte di materiale sanitario e di fondi inviati alle organizzazioni di soccorso o della protezione civile, come anche l’acquisto di mascherine quando ancora gli approvvigionamenti erano impossibili”. Per quanto riguarda la condizione dei nostri connazionali residenti nell’Africa del Nord, dove le condizioni di vita sono largamente diverse da quelle europee e non dappertutto i servizi sanitari sono garantiti, il Cgie spiega che “molti paesi della sponda mediterranea e di questa area del continente africano, per ragioni legate alla mobilità, sono diventati destinazioni di nostri connazionali in età avanzata, quindi più fragili nel cospetto del virus, e sicuramente bisognosi di maggiori attenzioni sanitarie e amministrative. Attualmente, quasi ovunque nel mondo, i paesi sono confrontati con la terza fase dell’epidemia, la gente è esausta a causa dei blocchi e delle limitazioni alla vita sociale e civile, che come suddetto hanno influito direttamente sulla vita quotidiana enfatizzando i problemi sociali, accentuando le diseguaglianze con famiglie impoverite e dipendenti dall’assistenza, dalle opere benevole di sostentamento alimentare”, conclude la nota.
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