Flussi migratori La complessità dei dati
– È intervenuta poi Delfina Licata, della Fondazione Migrantes, presentando i dati relativi al Rapporto Italiani nel Mondo 2020 circa le caratteristiche dei più recenti flussi migratori. La ricerca mostra, contrariamente a quanto emerso in passato, un divario sempre inferiore tra donne e uomini, evidenziando come le prime non migrino più quasi solo per raggiungere i secondi. Un’altra differenza riguarda il livello di istruzione e la provenienza dei migranti: questi non sono unicamente altamente qualificati e non provengono per la maggior parte dalle regioni del nord Italia. “Gran parte dei migranti è di giovane età, compresa tra i 18 e i 34 anni, ma un’altra buona percentuale è costituita da minori” ha detto Licata, evidenziando come è frequente anche lo spostamento di intere famiglie. Licata ha parlato di una “complessità” nei dati più recenti, proprio per lo “sdoganamento” del pensiero comune sulle migrazioni, aggiungendo che “alcuni di questi hanno già un contratto di lavoro al momento della partenza, ma la maggior parte dei diplomati e dei laureati partono alla ricerca di un’occupazione generica”. Il motivo alla base degli spostamenti all’estero si ritrova nella “realizzazione del sé, che passa anche attraverso un lavoro ed una retribuzione dignitosa”, ed un concetto che torna spesso è la “ricerca della meritocrazia”. Il contributo si è spostato, poi, sulle “reti di sostegno” a cui fanno riferimento soprattutto le famiglie emigrate, che risulta essere, di solito, “la famiglia allargata con nonni materni e paterni che si alternano di sei mesi in sei mesi per stare vicino ai nipoti, talvolta stabilendosi definitivamente”. Altre tipologie migratorie sono, come ha esposto Licata, “migranti maturi disoccupati, che hanno perso il lavoro in Italia e partono alla ricerca di un nuovo impiego, come anche anziani con pensioni minime diretti verso Paesi defiscalizzati”. Licata ha concluso l’intervento affermando che “la migrazione è sempre un’esperienza positiva, che porta alla creazione di un’identità europea cosmopolita” ma che “differisce dal passato perché oggi necessita di una preparazione per conoscere il luogo dove si ha in mente di spostarsi, comprese le leggi e la lingua”. Ha preso parte al webinar anche Luciano Rocchetti, Direttore dell’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento. Ha affermato che “il Rapporto Italiani nel Mondo è uno strumento indispensabile per una corretta lettura del fenomeno migratorio, ma c’è bisogno di un approccio partecipativo che dia voce ai soggetti stessi della ricerca, producendo così dati qualitativi oltre che quantitativi” aggiungendo che “si deve investire sul favorire il ritorno in Italia dei migranti, per far sì che il fenomeno migratorio abbia una natura circolare, ma soprattutto favorire l’attrazione di persone verso il Paese”. Rocchetti ha poi fatto riferimento all’“importanza del connettere” e a come le comunità virtuali possano essere una “carta vincente”, dato che “oggi le tecnologie che possediamo ci consentono la creazione di reti connettive, senza necessariamente prevedere lo spostamento e la presenza fisica”. Rocchetti ha concluso il suo contributo annunciando il progetto, promosso dall’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, di “una piattaforma rivolta non soltanto ai giovani trentini all’estero ma a tutto il mondo dell’emigrazione, che vorremmo diventasse un contenitore dove valorizzare esperienze che nascono dal basso e mantenere vivi i legami a distanza in un contesto mobile, dinamico ed in evoluzione”.
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