La vita ha sempre la struttura di una promessa
Di Apostolos Apostilou
Secondo storico Jean Delumeau «La peur en Occident, XIVe-XVIIIe siècles» nel XVI e XVII la gente era convinta che le calamità, le morti e soprattutto le malattie, fossero l’ opera di forze occulte che avevano il potere di agire sugli elementi, di prodigare salute o infermità, in breve si credeva che il mondo fosse più posseduto che non incantato. Una certezza reggeva tutti i comportamenti che la natura non obbediva a leggi, che tutto è animato sottomesso a volontà improvvisamente cangianti. Anche oggi noi non siamo per niente usciti da questo modello di pensiero pre-logica o astratta logica che regge i nostri rapporti con gli oggetti quotidiani.
La natura vendica, il Dio vendica, ecc. Cosi molti dicono che il coronavirus è la vedetta della natura. «Noi vegani siamo gli unici ad evitare che si diffondano questi virus. Mangiando la carne e certi tipi di animali si diffondono questi virus. Scusate avete mai sentito di un virus che deriva dai ceci, dai fagioli o dalle verdure?» Dichiarazioni di Daniela Martani sull’epidemia da nuovo coronavirus.
La verità è che la sindrome maniaco-depressiva è forse la vera sindrome dell’uomo occidentale un senso occupato in mille imprese per cui teme. Cosi l’Aids è l’ira di Dio, il coronavirus è la vendica della natura, il cancro è la vendica del nostro corpo. E’ certamente sempre possibile, oggi accusare paranoicamente, un oscuro sistema di tutti i mali che ci tocca (per esempio la vendetta di natura, o l’ira di Dio, o l’arbitrarietà del nostro corpo). Dietro il caos dei fatti e degli avvenimenti, c’è un destino che ci procura il nostro malessere, che si sforza di ferire ad umiliare.
L’intelligenza del male non c’è né in natura, né nel corpo, né nell’ira di Dio. L’intelligenza del male è la curvatura malefica dell’uomo. Il male è l’apoteosi dell’uomo, l’ascesa irresistibile della stupidità dell’uomo. E come diceva Hegel ci troviamo in pieno nella vita, in se stessa mobile, di ciò che è morto. In altre parole al di là di certi limiti non c’è più alcune relazione da causa a effetto non ci sono che relazioni virali da effetto a effetto, e l’ intero sistema si muove per inerzia.
Negli archetipi (come diceva anche Jung) della nostra società, nella nostra storia, nella nostra politica, nella nostra educazione ci sono le leggende planetarie e sono concepite come l’evoluzione moderna. Non sono mitologie gli archetipi ma sono i passaggi di un nuovo realismo. Alla mercé della mitologia ma anche della verità più potente rivendica un posto nel nuovo realismo anche la narrazione di Jacpue Attali.
Che cosa diceva Jacques Attali nel lontano 2009. «La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti). Poi, una volta passata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica…E, anche se, come bisogna ovviamente sperare, questa crisi non sarà molto grave, non bisogna dimenticare, come per la crisi economica, di impararne la lezione, affinché prima della prossima crisi – inevitabile – si mettano in atto meccanismi di prevenzione e di controllo, come anche processi logistici di un’equa distribuzione di medicine e di vaccini. Si dovrà per questo, organizzare: una polizia mondiale, un sistema mondiale di stoccaggio (delle risorse) e quindi una fiscalità mondiale. Si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero governo mondiale.» Non sembra che le parole di Jacques Attali siano state ascoltate. Abbiamo una guerra biologica e come diceva Randolpf. S. Bourne la guerra mantiene lo stato in buona salute.
La democrazia fronte al plotone d’esecuzione. Ecco alcuni esempi: Parlamento di Budapest, con 153 voti favorevoli e 53 contrari, ha infatti concesso ampi poteri al capo del governo, che, per far fronte all’epidemia, potrà governare attraverso decreti per tutto il tempo in cui resterà in vigore lo stato d’emergenza decretato l’11 marzo senza alcuna scadenza e senza che nel frattempo possano tenersi elezioni. Anche l’ordine choc: «Sparare a morte» a chiunque crei problemi durante la quarantena nelle Filippine. L’ordine choc del presidente Rodrigo Duterte è stato rivolto alla polizia e all’esercito durante un discorso alla nazione.
Democrazia debole ma anche scienza debole. Il coronavirus dimostra che c’è un’ontologia debole del sapere scientifico. Anni fa il critico letterario Harold Bloom ha chiamato «angoscia dell’influenza» che cosa vuole dire che la scienza è molto debole. Relativa è la nostra conoscenza del mondo e di noi stessi. Relative le informazioni che ci offrono i nostri sensi, relative anche le possibilità delle nostre funzioni cerebrali. Non possiamo superare – come dice il greco filosofo Christos Yannaras – i limiti delle nostre possibilità cognitive, né confrontare i nostri propri limiti anche solo con la percezione della realtà che hanno tutti gli altri esseri viventi.
Coronavirus, terrorismo, crack, mobilitano tutta l’ immaginazione collettiva. Tutti (coronavirus, terrorismo, crack) obbediscono allo stesso protocollo di virulenza. Si tratta di sintomi anomali venuti dal fondo del sistema stesso. Oggi stiano tutti immunodeficienti virtuali. La bolla del nostro secolo è il simbolo dell’esistenza sotto vuoto, fino ad ora privilegio dei batteri e delle particelle nei laboratori, ma che sarà sempre più il nostro. Non è assurdo pensare che l’uomo stesso non è altro che un piccolo virus che turba il sistema planetario e quando sarà stato espurgato a qualunque bacillare, allora resterà solo il virus della tristezza e del fallimento. In un mondo espurgato dalle vecchie infezioni si dispiega una patologia implacabile che porta la morte della democrazia, la morte dei rapporti sociali, la morte dell’ amore, e il corpo diventerà un non- corpo ma un virus della metastasi. Cosi l’uomo è fuori dalla vita e dalla struttura della promessa.
Apostolos Apostolou
Scrittore e docente di filosofia.