La crisi continua
Di Giorgio Brignola
Quando immaginavamo qualche supposizione sull’economia nazionale, avevamo insistito sui problemi, sempre meno accertabili, sul fronte del lavoro. Prossimi a questa tragica primavera qualcuno, forse, si sarà domandato con quale logico nesso avessimo potuto allineare una percezione squisitamente politica con una prettamente economica. La nostra sensazione nasceva da un profilo politicamente “razionale”. Di fatto, con molta obiettività, non riflettevamo sul varo di un nuovo Esecutivo. Le difficoltà ci sono ancora tutte; ma non solo formali. Anche con questa maggioranza parlamentare tutto resta sospeso. Ed è proprio su quest’aspetto che è caduta la nostra attenzione e le nostre riflessioni. Sarebbe semplice supporre che, entro l’anno, l’epidemia si ridimensioni e l’economia sia “tamponata”. Manca, ancora, la capacità d’uscire dal tunnel. Troppi aspetti del nostro sistema economico restano da definire. Governo e politica non possono restare sconnessi; almeno per tempi lunghi. E’ su questa considerazione che il rapporto economico/sociale torna a dividersi. E’ meglio non dimenticarlo. Lo ripetiamo, anche perché, per un momento, anche noi lo ritenevamo avverabile. Solo un reale mutamento del nostro apparato socio/economico potrebbe accelerare provvedimenti finanziariamente migliorativi. Siamo perfettamente d’accordo nel condannare gli abusi di qualsiasi genere. Lo siamo meno, quando viene a gravare, su tutti i cittadini, un “peso” che avrebbe dovuto maggiormente coinvolgere proprio i politici che sono implicati in uno “stallo” che non promette nulla di buono.
Giorgio Brignola
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