Kotitalous, l’ economia domestica nelle scuole finlandesi
Appunti di Viaggio a cura di Sabrina Galasso
Ho riflettuto in questi giorni sulla necessitá di dare un nome ai miei contributi, affinché avessero una opportuna collocazione. Nella mia introduzione ho fatto riferimento ai motivi che mi hanno portato a partecipare al Progetto Radici, in sintesi il desiderio di raccontare l´esplorazione e le scoperte compiute durante la mia permanenza in Finlandia.
Una tappa, quindi, del mio viaggio e della quale vi parlo come fossero “Appunti di viaggio”.
Ho voluto fare questa precisazione perché fosse chiaro che desidero condividere con voi la mia esperienza e le contaminazioni culturali che vivo.
Delle definizioni ricercate della parola contaminazione, quella legata all´ambito linguistico riesce a descrivere pienamente il mio pensiero:
“incrocio o fusione di due forme che danno origine a una terza” – Hoepli (anche Treccani e Garzanti).
Questa é esattamente l´idea che mi ha accompagnato durante il mio lungo espatrio (ad oggi quasi 19 anni): la mia persona – come l´insieme di ció che mi é stato insegnato, che ho sperimentato, che ho vissuto – entrando in contatto con culture diverse ne ha assorbito degli elementi ed é divenuta qualcosa di nuovo, di piú ricco. Ritengo che la contaminazione abbia ampliato il mio mondo, abbia offerto angolazioni diverse, mi abbia fatto accogliere la diversitá (culturale) come crescita attraverso l´abbattimento di quelle barriere che sono dentro ognuno di noi e delle quali, a volte, non riusciamo ad accorgerci.
Soffro oggi una certa pressione a scrivere qualcosa sulle donne o a proposito di donne. Il primo pensiero andrebbe alle mete non ancora raggiunte, all´arduo e complesso cammino che ancora ci aspetta, agli ostacoli che devono ancora essere rimossi, invece ho deciso di ricercare un elemento positivo. Credo sia ancora lontana la luce verso la quale ci muoviamo, ma é vero anche che ci sono delle buone pratiche che operano nell´ottica della crescita culturale.
Oggi vorrei parlarvi di Kotitalous, traducibile con economia domestica (home economics in inglese).
Il motivo? In Finlandia é parte del curriculum scolastico e ci sono insegnanti ad hoc che si occupano della materia.
Proprio cosí, una materia che al primo colpo d´occhio puó sembrare contro corrente, un ancoraggio ad un pensiero superato e che, invece, lavora, a mio avviso, nell´ottica della uguaglianza.
Un passo indietro nel tempo, per capire come é iniziato tutto questo, é incredibilmente al passo con i tempi; tutto ruota intorno alla figura di Anna Olsoni-Quist (1864-1943): scrittrice, giornalista, insegnante, attivista politica, influencer.
Nella primavera del 1890, con la sovvenzione della Women´s Association finlandese, si reca all´estero per studiare modalitá diverse applicabili al campo della cucina e integrarle all´insegnamento delle ragazze della scuola primaria. Si reca in Svezia, Inghilterra e Scozia dove perfeziona la sua formazione di insegnante di economia domestica. Al rientro in Finlandia si dedica alla formazione di insegnanti e dirige la School of Education di Helsinki, che si trasformerá in seguito nel Dipartimento di Scienze Domestiche dell´Universitá di Helsinki.
Suo é il primo libro sull´economia domestica in Finlandia, pubblicato nel 1892.
Facendo ricerche sulla figura di questa straordinaria donna (é stata anche la prima donna membro del Vyborg City Council, dal 1920 al 1927, in rappesentanza del partito dei Giovani Finlandesi) mi sono appassionata al tema e non ho trovato l´argomento fuori tempo o lontano dall´impegno in tema di uguaglianza e paritá. Immagino che questa personale affermazione possa risultare fastidiosa per molti, ma vorrei dimostrarvi il contrario. Non mi sono fermata alla terminologia, sono andata oltre e ho cercato di capire perché una materia che evoca scenari superati ed interessi non in linea con le rivendicazioni delle donne di oggi, sia presente all´interno di un sistema scolastico considerato da molti all´avanguardia e in un paese portato, ai giorni nostri, come esempio di uguaglianza di genere.
Perché inserire una materia che si occupa di cucina e di gestione della casa nel curriculum di ragazzi tra i 12 e i 16 anni?
Perché “agli studenti viene insegnato a fare scelte che supportano lo sviluppo sostenibile. Le lezioni di economia domestica tengono conto anche di studenti diversi, nonché culture e situazioni domestiche diverse. L’economia domestica è sempre stata un argomento che si è spostato oltre la classe ”, afferma la professoressa Janhonen-Abruquah.
E perché dal 1970 la disciplina viene insegnata a tutti, senza distinzione di genere. Questo é l´elemento che ha attirato la mia attenzione, da insegnamento rivolto esclusivamente alle ragazze diviene argomento di interesse dell´individuo, senza discriminazioni.
Uno sguardo attento ai valori che sostengono il sistema scolastico finlandese ci mostra come si va oltre la gestione di una casa o la cucina, si mettono in atto principi importanti come rendere i valori concreti e la promozione dell´uguaglianza e della paritá. É un toccare con mano l´insegnamento, é esperienza diretta di un concetto.
Prima del nostro trasferimento in Finlandia siamo stati invitati, pratica spesso attuata dalle aziende, a trascorrere alcuni giorni ad Helsiniki, in una sorta di giro esplorativo. Abbiamo visitato alcune scuole e ricordo la sorpresa nel trovare una classe attrezzata come una cucina e di vedere gli studenti alle prese con i fornelli. Ho visto collaborazione, assenza di ruoli giá definiti; in quell´immagine ho letto che non ci sono spazi unicamente connessi al mondo femminile, ho visto che il mondo da sempre pensato come naturale occupazione della donna (la cura della casa, la cucina come attivitá destinata alla donna) puó essere condiviso. Lavorare insieme, apprendere insieme orienta alla paritá; non c´é nulla che debba essere esclusivamente svolto dalle donne e, nella mia opinione, prende forma il concetto di partnership.
Facciamo ancora fatica nel renderci libere dal pensiero limitante che ci siano cose che sono di nostra “competenza”, che gli uomini non possono fare; guardiamo con sospetto uomini che decidono di stare a casa e pensiamo che sicuramente non si sentono realizzati. Quante volte ci occupiamo di qualcosa perché le nostre madri e le nostre zie e le nostre nonne lo hanno fatto? E vediamo fratelli, mariti, nonni restare seduti mentre le donne “lavorano”?
Cosa impedisce a me donna di non assumermi tutte le responsabilitá legate alla gestione della casa e della famiglia? Quali sono gli ostacoli che non ci rendono liberi di passare da un ruolo all´altro secondo necessitá, di accogliere la condivisione e di trasformare le posizioni prestabilite ed adottate da sempre in una piú libera e paritaria organizzazione?
Un cambio culturale, ovviamente, ma l´introduzione di una materia come l´economia domestica non potrebbe essere un passo verso il cambiamento?
Mettere in grado di comprendere, attraverso la pratica, che non ci sono lavori piú adatti alle donne, ma lavori che tutti sono in grado di svolgere, potrebbe essere uno strumento valido per abbattere la gabbia costruita intorno al mondo femminile. Potrebbe contribuire alla migrazione di un pensiero generale “antiquato” (qualcosa che era) verso un pensiero “moderno” (ció che é, che dovrebbe essere) in grado di rispecchiare il nuovo mondo che si costituisce di parole importanti quali uguaglianza, paritá, rispetto, collaborazione, inclusione, diversitá.
Gli anni della scuola sono anche gli anni della formazione dell´individuo, sono gli anni in cui ci si forma non solo a livello accademico ma anche, e soprattutto, come futuri protagonisti della societá. Mi piace l´idea che la scuola possa essere considerata come il promotore di una serie di capacitá e competenze essenziali nella vita personale e professionale.
Sabrina Galasso corrispondente Progetto Radici Helsinki Finlandia
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