Riunito a Roma il consiglio nazionale del movimento cristiano lavoratori
ROMA “L’Italia è toccata da una doppia pandemia: una sanitaria e l’altra economica. Bisogna quindi pensare alla salvaguardia della salute e a proteggere l’occupazione. Perché la piaga della disoccupazione mina la dignità della persona”: con queste parole il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale italiana, ha aperto sabato scorso, 13 marzo, in collegamento video, i lavori del Consiglio nazionale del Movimento Cristiano Lavori (MCL), tenuto a Roma.
Dopo aver ringraziato il MCL per l’impegno al servizio del prossimo e nella diffusione della Dottrina sociale della Chiesa, Bassetti ha continuato: “dobbiamo costruire una società in cui si promuova lo sviluppo integrale della persona: per questo l’Italia ha bisogno di cristiani adulti nella fede che siano in grado anche di avviare percorsi comunitari perché non si può fare da soli”.
Poi il Cardinale ha esortato a un grande slancio verso i giovani: “i giovani sono i più colpiti dalla pandemia, e non solo per l’impossibilità di frequentare la scuola, ma per una chiusura che è ormai non solo fisica ma psicologica, con tanti ragazzi che hanno paura di riaffacciarsi alla vita. Questi sono fatti che devono interrogarci e preoccuparci. Per questo – ha concluso il Presidente della Cei – dobbiamo impegnarci fin da ora a progettare il dopo pandemia con un’attenzione particolare ai nostri giovani”.
Secondo il Presidente Antonio Di Matteo “bisogna assolutamente superare l’apparente dicotomia, venutasi a creare con la pandemia, fra la tutela della salute e il lavoro: una dicotomia falsa e pericolosissima che sta bloccando il nostro futuro”, ha detto. “Da parte nostra, come cattolici, abbiamo il dovere di impegnarci per rilanciare la speranza nel futuro, ripartendo da quelle che sono le parole di papa Francesco nella sua Enciclica Fratelli tutti: “il lavoro è una dimensione irrinunciabile della vita sociale, perché non solo è un modo per guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere se stessi” (punto 162)”.
“Per questo – ha spiegato Di Matteo – dobbiamo fare ogni sforzo per incentivare il lavoro, che sia di qualità e sempre nel massimo rispetto della vita delle persone, fattore che avrà un ruolo determinante per il futuro del nostro Paese: ma servono investimenti importanti in politiche attive del lavoro che siano in grado di rimettere in moto un circuito virtuoso di domanda e offerta, riattivando la produzione e rilanciando la competitività delle aziende, insieme a un robusto programma di rilancio della formazione”.
Il Presidente del MCL si è soffermato in modo particolare sull’occupazione giovanile: “Pensare ai giovani significa occuparsi responsabilmente del futuro di tutti noi. E negare loro la possibilità di studiare, di lavorare e di progettare la vita, costringendoli tra il precariato e la fuga all’estero, significa non avere a cuore il futuro del Paese. In questo senso sarà essenziale mettere in campo politiche lungimiranti che guardino alle giovani generazioni, destinando i fondi del Next Generation Eu alla crescita, all’educazione e alla formazione dei leader di domani, garantendo livelli adeguati di occupazione”.
Per Di Matteo un compito essenziale nel progettare l’Italia del futuro
spetterà ai corpi intermedi: “il Terzo settore, con la sua concreta complementarietà all’azione dello Stato è una formidabile risposta ai problemi della vita sociale, economica e lavorativa che gravano sul Paese. È quindi importante, ora più che mai, dare voce ai corpi sociali, prima antenna ricettiva dei bisogni dei cittadini, per ricostruire un tessuto di legami e connessioni tra reti di organizzazioni della società civile in grado di dare risposte ai bisogni, prima che questi deflagrino in rabbia sociale incontrollabile”