UE alla prova

UE alla prova

Il Covid-19, con tutte le correlate limitazioni per tentarne il “contenimento”, ha evidenziato una drammatica realtà. L’UE dovrebbe mettere in campo le sue disponibilità facendo prevalere il concetto di “Comunità”. C’è voluto il Coronavirus per comprendere che le parole non bastano più, ancor meno le assicurazioni. Ora, occorrono fatti economici concreti. Le regole comunitarie non dovrebbero essere adattate in funzione delle politiche dei Paesi membri. Adesso servono disponibilità e solidarietà. L’Italia, nei limiti del possibile, ha fatto sempre la sua parte; oggi necessita d’interventi economici tramite un fondo comunitario che potremmo chiamare d’“Emergenza”. I “fronti” d’opinione, evidentemente discordanti, non fanno che complicare le prospettive di ripresa. L’Italia è stata uno dei Paesi fondatori dell’Unione. Oggi l’UE dovrebbe mettere in campo quello che può per noi. L’economia del mondo è in crisi per questa Pandemia. Ci vogliono interventi, anche a fondo perduto, per ridare la speranza di una ripresa che, comunque, sarà lenta. L’attuale situazione nazionale richiede l’investimento di concrete risorse finanziarie. Ma bisogna provvedere subito. Proprio ora che gli effetti della recessione sono ancora deboli e, quindi, contenibili. Non ci dovrebbero essere priorità politiche da tutelare. L’importante è che nessuno degli Stati membri si tiri indietro. La solidarietà comunitaria non andrà ad alterare il ruolo degli Stati membri. La coerenza d’appartenenza dovrebbe essere la prima sensazione da mettere, concretamente, in campo. Non esistono realtà economiche europee che non si basino sulla mutua assistenza. Senza”se” e senza”ma”. A nostro avviso si dovrebbe elaborare, entro poche settimane, un piano di Protezione Sociale abilitato a intervenire, oltre la burocrazia, là dove se ne evidenzi la necessità. Questa prova d’emergenza comunitaria sarà la prima concreta verifica sul muto soccorso dell’Europa Stellata.

Giorgio Brignola

Redazione@progetto-radici.it

Redazione

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