Il padre assente emotivamente impedisce lo sviluppo emotivo e cognitivo dei figli (soprattutto in tempo di Covid)
“Chi non ha un padre dovrebbe procurarsene uno” per dirla con il grande filosofo e pensatore Friedrich Nietzsche. Nella psicoanalisi classica e nell’immaginario collettivo, almeno fino a qualche anno fa, ciascun genitore aveva un ruolo ben definito all’interno della famiglia: madre affettiva, educatrice e premurosa e papà che dava le regole, guidava il nucleo familiare e se era l’unico a lavorare provvedeva al suo sostentamento.
Oggi, il ruolo della figura maschile è cambiato, il papà è anche una fonte di accudimento, di attenzioni e coccole premurose, ruolo da sempre riconosciuto ad esclusivo appannaggio della madre. In tempi di coronavirus e lockdown, a causa del lungo quanto forzato permanere di quasi tutto il nucleo familiare in casa e della possibilità offerta al genitore di poter stare più tempo con i propri figli è emerso un dato di grande interesse, l’importanza del ruolo paterno all’interno della famiglia. Si è potuto ampiamente verificare come i padri siano importanti per lo sviluppo dei bambini tanto quanto le madri. Infatti, sia l’amore che il rifiuto da parte di entrambi i genitori, possono influenzare profondamente l’equilibrio emotivo, l’autostima e la salute mentale dei loro figli.
Negli ultimi anni, gli psicologi hanno studiato più a fondo il ruolo dei genitori nello sviluppo del bambino, studi che hanno portato ad una chiara inversione e a dare maggiore importanza alla figura paterna. Queste ricerche hanno anche rivelato come l’assenza del padre causi problemi di adattamento nei bambini, così come l’insorgere di comportamenti distruttivi man mano che crescono. Ovviamente, la sua presenza e la comprensione hanno l’effetto opposto: facilitano l’adattamento del bambino e promuovono un sano sviluppo psicologico, mentre l’assenza affettiva determina spesso profonde ferite emotive che richiedono d’essere curate e guarite. Un padre assente può generare nel bambino seri problemi comportamentali. Il bambino ha bisogno di un confronto continuo con il mondo esterno. La sola presenza fisica del genitore non basta, però, a forgiare il carattere, ad aiutare il bambino ad affrontare il mondo. Anzi. talvolta può essere addirittura peggiore la presenza fisica di un genitore se questa non è accompagnata dalle opportune attenzioni nei confronti del bambino. Un padre assente, o che mette in discussione ogni attività del bambino genera in lui ansia, insicurezza.
È importante metterli in discussione certo, ma in maniera costruttiva, facendo comprendere che si è “dalla loro parte” sempre e comunque. Lo stimolo non va confuso con il disfattismo, con la negatività fine a se stessa. Il fatto di non riconoscere pienamente l’affetto del padre, o quantomeno il fatto di non avvertire senso di approvazione, porta il subconscio del bambino a ridurre la stima in se stesso. La personalità del bambino non è ancora pienamente sviluppata , si va creando lentamente, , e sentirsi poco accettato da una figura cosi vicina ed importante come quella del padre può condizionare l’evoluzione del suo carattere. La madre spesso, pur di salvaguardare “l’unione familiare” tenta invano di giustificare l’assenza paterna con frasi tipo: “dai sai benissimo com’è fatto tuo padre”; “tuo padre non si rende conto”; “cerca di capire tuo padre” “tuo padre lo fa per te”. La madre fondamentalmente ha imparato ad accettare il carattere distaccato del compagno, e cerca di farlo comprendere anche al figlio, che a sua volta vive tutto ciò come una mancata considerazione.
Ma non è assolutamente così. Proprio perché ama il piccolo, la figura materna ingenuamente, cerca di riportare a proprio modo la serenità in famiglia. Cosi come per qualsiasi figura che cresce accanto al bambino, ma che risulta emotivamente assente, anche la poca presenza di un padre genera conseguenze che si prolungano fino all’età adulta. L’adulto che ha avuto un padre poco presente rimane, infatti, sotto alcuni aspetti, lo stesso bambino insicuro e ansioso che era un tempo. Questo può provocare problemi, anche in età avanzata, nell’approcciarsi con gli altri. Il soggetto quindi sarà affetto molto probabilmente da forme di distacco sociale, di superficialità nei rapporti, di problemi di fiducia nei confronti degli altri. Il seme della negatività interrato anni prima è diventato un germoglio, durante l’adolescenza un delicato arbusto e da adulto da i suoi frutti che si concretizzano con emozioni quali: paura e sfiducia verso il prossimo. Va detto che sono diverse le motivazioni che possono spingere un padre a non svolgere quello che è il suo ruolo.
Non dimentichiamo che ogni padre è stato figlio a sua volta. È possibile che lui stesso sia stato vittima di ferite legate all’assenza di un genitore, ferite che dopo tanti anni non si sono ancora rimarginate ma può anche essere che, per un motivo o per un altro, egli non abbia acquisito ancora le capacità necessarie per fare il genitore e creare un legame con i figli. È importante ciò che volete voi, nel presente, adesso! Non nel passato. “Se vuoi qualcosa nella vita allunga la mano e prendila” la frase del celebre film (“Into the wild”) risulta emblematica e nello stesso tempo pertinente. L’assenza di un padre segna profondamente i propri figli; ma nel corso della propria esistenza sicuramente vi saranno figure che in un modo o nell’altro sapranno guidarvi ed aiutarvi nel vostro percorso di vita (nonni, zii, amici, partner). Una volta adulti.si ritrova, peraltro, il raziocinio necessario per affrontare la vita e perché no di migliorarla; con l’età si diventa più sensibili, si cambia, si da maggiore importanza a determinati aspetti trascurati in gioventù; occorre, quindi, migliorare il legame emotivo con il proprio genitore.
Un abbraccio, un sorriso, un “ti voglio bene” sembrano sciocchezze ma non lo sono per niente, sono i piccoli gesti, fatti col cuore, a migliorarci la vita. Ricordiamoci che la paternità non è un ruolo facile, soprattutto per i padri di primo pelo. È normale che i padri, come le madri, abbiano le loro paure, insicurezze e preoccupazioni. Le linee guida dell’educazione si basano sulla partecipazione e cooperazione emotiva di entrambi i genitori, per cui richiedono impegno e una fiducia reciproca per far fronte in maniera completa alla formazione e alla maturazione dei figli. Il primo problema che hanno molti padri è che, presi dalla loro routine quotidiana e sentendosi obbligati a sostenere la famiglia, non riconoscono neppure i segni dello stress.
Pertanto, il primo passo è quello di riconoscere che ti senti ansioso o stressato. Torna, inoltre, molto utile imparare a identificare i fattori scatenanti dello stress nella vita quotidiana, per eliminarli o almeno ridurne al minimo l’impatto. È importante che i padri abbiano una propria vita, oltre alla cura e l’attenzione che possono dare ai figli.
Ogni genitore deve avere ben presente che per potersi prendere cura dei figli deve prima prendersi cura di se stesso; parlare delle proprie paure, preoccupazioni e ansie aiuterà a demonizzarle ed a sentirsi meglio.
Giacomo Marcario
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