Oltre a fare ombra dà anche frutti.
Ph Roberto Gammone (Andronica Castriota Scanderbeg)
Un ponte con l’Albania
“Dare istruzione ad un uomo significa piantare un albero che fa solo ombra, mentre istruire una donna significa piantare un albero che oltre a fare ombra dà anche frutti”
Sami Frashëri
Sami Frasheri ,per chi non ne avesse cognizione ,è stato uno scrittore, filosofo e drammaturgo albanese e una figura di spicco della Rilindja Kombëtare, il movimento di Rinascita Nazionale albanese del tardo XIX secolo, insieme con i suoi due fratelli Abdyl e Naim.
Il messaggio di Frashëri, come dichiarato nel suo libro” L’Albania .Che cosa è stato, quello che è e che cosa ne sarà di essa” pubblicato nel 1899, è diventato il manifesto del Rinascimento albanese (Rilindja Kombëtare). Frashëri discusse le prospettive di una repubblica indipendente e libera dell’Albania. In questo modo, a partire dalla richiesta di autonomia, dalla lotta per un alfabeto albanese e per l’istruzione, aiutò il movimento di liberazione nazionale albanese a sviluppare le proprie rivendicazioni .
Ma in tale contesto che ruolo svolgevano le Donne?
Nella storia millenaria dell’umanità moltissime donne sono rimaste nell’anonimato e sono state identificate con il comune denominatore di “donna”,ma il loro mondo , apparentemente isolato e allo stesso tempo brulicante di attività e creatività, non poteva restare chiuso a lungo.Concretamente iniziò ad aprirsi solo verso la fine del XVIII secolo;piuttosto, il XIX secolo segnó l’inquadramento della donna in tutte le sfere della società, ma soprattutto nei circoli dove era possibile prendere delle decisioni, arricchendo così la preziosa eredità dell’umanità.
Ovviamente questa fase della storia ha riguardato anche le donne albanesi.
Considerando gli alti e i bassi della storia del popolo albanese, bisogna ammettere che ci sono tantissime donne che meritano di essere conosciute meglio poiché sono state le colonne portanti della famiglia e della nazione.
Il senso di appartenenza etnica e la lunga prigionia contribuì a creare una logica di perenne resistenza da parte del popolo albanese nei confronti dei diversi invasori. Alla base di questa resistenza, ci fu la donna che agiva attraverso l’educazione delle nuove generazioni;educazione che iniziava dalle prime ninne nanne quando insegnava la voglia di libertà per non arrendersi e per il rispetto dei valori umani e nazionali.
Nell’arco degli anni i meriti della donna albanese iniziarono ad occupare un posto sempre più importante e particolare.
Molte signore diedero il loro prezioso contributo non solo lottando e cercando di liberare il loro paese, ma forgiando le fondamenta per la strada alla civilizzazione delle donne.
Pur vivendo e lavorando in epoche storiche diverse, dimostrarono coraggio e prodezza.I tabù che infransero furono l’ oppressione, la povertà e l’ignoranza.
Vorrei ricordare Donika Kastrioti*, Elena Lukrecia Peshkopia, Nora di Kelmend, Tringa di Gruda, Dora D’Istria, Laskarina Bubulina, Le Sorelle Qirjazi, Paro Kita, Urani Rumbo, Marie Coba, Shote Galica, Santa Angjelina e soprattutto la Madre di tutto il mondo: Santa Madre Teresa.
Ovviamente non si può includere tutto in un articolo, ma si può trovare un comune denominatore: l’esser combattenti per la libertà e l’indipendenza,l’esser luminari della cultura e della civiltà albanese.
Grazie all’unione delle donne albanesi, che hanno resistito e agito in circostanze e tempi difficili, si è palesato che non esiste nessuna forza che possa fermare un popolo e il suo desiderio di autodeterminazione,di emancipazione globale e di parità dei sessi.
*Ogni personalità citata sarà richiamata nei prossimi appuntamenti con la rubrica ‘Un ponte con l’Albania’
Daniela Piesco
.