Gentiloni : l’Italia torna a crescere
“Parlavo di ottimismo nel commentare dei dati ancora negativi, nel senso che abbiamo avuto sia nel quarto trimestre dell’anno scorso che nel primo trimestre di quest’anno, un lievissimo segno meno: 0,5% di crescita negativa. Ricordavo tuttavia che la ripresa è in atto e sarà particolarmente forte nella seconda metà dell’anno”, “si torna a crescere”. Lo afferma Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari economici, in una intervista al Messaggero, commentando i dati relativi alle previsioni di crescita dei principali Paesi europei. “La reazione molto veloce e forte delle istituzioni Ue e di conseguenza dei singoli Paesi, ha attutito le conseguenze di un 2020 drammatico per l’economia reale – sottolinea -. Naturalmente dietro questi numeri ci sono ferite sociali molto gravi da rimarginare.
Penso al lavoro di giovani e donne o a settori tuttora in crisi nel commercio, nel turismo, nella ristorazione, nella cultura. Tuttavia l’ondata è stata contenuta e io credo che il vento di ripresa potrebbe anche esser più forte del previsto. La sfida sarà la qualità di questa crescita: se sarà sostenibile e se sarà duratura, non sarà solo un rimbalzo post crisi”. Possiamo azzardare dei numeri per l’Eurozona e soprattutto per l’Italia? “Nelle previsioni d’inverno della Commissione parlavamo di crescita del 3,8% per il 2021 e 2022. Presenterò le nuove previsioni di primavera tra una decina di giorni e credo che potrebbero essere anche migliori. L’Italia? Potrebbe avere un buon livello e godere in particolare di una ripresa forte. Però, ripeto, il tasso di crescita è importante: il Fmi ha parlato per l’Eurozona di un tasso di crescita superiore al 4%, numeri che non vedevamo dal secolo scorso in Europa.
Ma tutto ciò deve corrispondere a una economia più verde e a una crescita che non sia solo una fiammata dopo la caduta”. Inoltre aggiunge: “E’ importante-essere consapevoli del fatto che l’Italia ha messo sul tavolo tutte le carte disponibili. Si gioca, potremmo dire, l’intera posta, come cercando una spinta storica per uscire da oltre vent’anni di bassa crescita e alto debito. E’ una scelta giusta e impegnativa, non tutti i Paesi hanno utilizzato l’intero ammontare di prestiti disponibili. Questo vuol dire che il volume di risorse che arriverà sarà enorme e quindi il rispetto degli impegni presi, nei tempi che sono stati decisi, è fondamentale”, “l’Italia è penultima tra i grandi paesi come capacità di assorbimento delle risorse europee. I fondi europei, di norma cofinanziati, restano lì: se fai tardi, vieni rimproverato ma le risorse non le perdi. Nel caso del Recovery, rischi la cancellazione di intere rate di questa enorme provvista finanziaria. Quindi occorre intervenire sulle procedure, introducendo modalità straordinarie, corsie preferenziali, semplificazioni, ed è esattamente quello che so che il governo sta facendo, per rendere l’assorbimento di questo ammontare di risorse nei tempi previsti, possibile”. © 9Colonne