Perché Consulenza Filosofica?
di
Apostolos Apostolou
La consulenza filosofica è una professione di aiuto, ma come un dialogo filosofico che si avvia dalla narrazione delle difficoltà del consultante ma non ha di mira risposte risolutive, bensì la ricerca di diverse modalità di pensare il mondo. Però perché consulenza filosofica?
I. Perché la consulenza filosofica è fuori dal “pan-determinismo” del terapeuta. ( Cioè fuori d’ un’ intervento calcolato del medico che deriva dalla ” diagnosi” ed ha per
obiettivo un risultato specifico ). Jung diceva: “L’analisi è sostanzialmente un eccellente metodo filosofico. L’analisi è un lavoro maieutico che risponde ai ritmi, ai miti, in definitiva all’archetipo di un’iniziazione alla sapienza”.
II
Perché la consulenza filosofica è fuori dalle formazioni: Sregolamento / nuova regolazione / adattamento, e fuori dalla forma: educazione / stato /terapia.
III
Perché la consulenza filosofica dirà: Se il mio presente ha il dovere di presupporre il mio passato, deve già contenerlo.
IV
Perché la consulenza filosofica conosce: Che vengo alla luce nel momento in cui mi autodefinisco come domanda. Però la domanda che ormai si pone, ha come destinatario me, ed è formulato con parole. La domanda non può quindi avere risposta perché appena si pone si trasforma automaticamente in un’altra domanda.
V
Perché la consulenza filosofica conosce che le parole sono svanite, e la lingua quasi sempre e’ dispersione… (Le parole sono notazioni per indicare concetti; ma i concetti sono segni può o meno figurati per indicare sensazione spesso ritornati e ritornati assieme, per gruppi di sensazioni. Non basta ancora per comprendersi l’una l’altro, che si usino le stesse parole; occorre, le stesse parole anche per lo stesso genere di esperienze interiori, occorre infine, avere vicendevolmente ” in comune” la propria esperienza. Perciò gli individui di ” un unico” popolo si comprendono tra loro meglio di quelli appartenenti a popoli diversi, anche quando costoro si servono nello stesso linguaggio) F.Nietzsche. “Al di la del bene e del male”.
VI
Perché la consulenza filosofica conosce che l’uomo è “antopsia”, cioè un paesaggio di un nuovo realismo.(Per ricordare Platone: Leggi A,631 b, e Repubblica A,427 d)
VII
Perché la consulenza filosofica vede il narrativo del desiderio dentro il narrativo del reale.
VIII
Perché la verità è sempre al plurale. (secondo il pensiero di Derrida)
IX
Perché il desiderio non è una ” mancanza ad essere” (Lacan.Lo schema mancanza / desiderio, crea la metafora della diaspora), non è l’assenza, né la presenza tra le cose, ma ciò che diventa preparazione.
X
Perché l’assenza (secondo consulenza filosofica) si era trasformata in forma pura e proprio in impenetrabile nudità della forma.
XI
Perché conosce che la fantasia sarà sottomessa alla volontà.
XII
Perché vede l’ermeneutica come teologia del senso.
(Il discorso della psicanalisi diventa uno dei luoghi privilegiati del confitto delle interpretazioni che prende forma sotto i tratti di un’archeologia della coscienza opposta ad una teologia del senso) P. Ricoeur.
XIII
Perché (secondo consulenza filosofica) siamo pieni di entusiasmo, e gran negatori insieme
XIV
Perché la consulenza filosofica sottolinea che bisogna completare il famoso ” Dov’ era l’ Es, deve essere ( sarà) l’Io di Freud con “Dove sono Io bisogna che emerga Es” di C. Castoriadis.
XV
Perché la consulenza filosofica sostiene che l’uomo ogni tanto bisogna fare una pausa.(Una verità dalla poesia)
XVI
Ma anche perché l’uomo è un movimento senza ritorno verso l’estraneo.(Conclusione di Pascal)
XVII
Perché l’io non è più un nocciolo essenziale, una sostanza, in un mondo relazione (Wesenskern), ma anche esso e’ un orizzonte aperto di possibilità che in maniera indeterminata stabilisce lo stile e la condotta di vita.
XVIII
Perché per ogni salita c’è una discesa. (La storia del Dio greco Tesup)
XIX
Perché l’uomo è “Kairos”, secondo filosofia greca antica, cioè, momentanea, che significa presenzi alità (“Anwesenheit” secondo Heidegger).
XX
Perché l’altro è lo stesso.
XXI
Perché l’ora non è il frammento di un punto – ora sezionato e solo presente ma esibizione, come un ” lasciante – vedere”. (Husserl)
XXII
Perché tutto non nasce dalla differenza tra 0 – 1, come insegnava il razionalismo e il funzionalismo.
XXIII
Perché le cose hanno un’ironia del nulla e una “diconomia” di nulla. (Questo non insegna S. Beckett).
XXIV
Perché l’uomo non può sopportare il paradosso. (Il paradosso di Russell, e di Schrodinger ) Parafrasando la teoria di Schrodinger, possiamo dire che l’ uomo sia contemporaneamente sia vivo che morto.( Un particella elementare possiede la capacità di collocarsi in diverse posizioni e anche di esser dotata di quantità d’ energia diverse al medesimo istante).
XXV
Perché ogni narrazione si trasforma in requisitoria. (La fine della modernità e del narrativo. Lyotard)
XXVI
Perché la vita non è assenso, né ricompensa, né argomentazione.
XXVII
Perché le idee sono figure del momento in momento.
XXVIII
Perché la vita è una seria di leggi, è un margine di regole. (Colloquio con Platone, Kant, e Kafka)
XXIV
Perché l’uomo ha il diritto di scegliere l’illusione.(Pensiero di Kirkegaard)
XXXIX
Perché la libertà è un cammino della passione.
XL
Perché abbiamo ciò che abbiamo perso.(Questo insegna Omero con l’ Odissea)
XLI
Perché quello che viviamo non è quel che dimostriamo.( La lezione di Guy Debord)
XLII
Perché siamo un segno senza interpretazione, come diceva Holderlin.
Perché la consulenza filosofica dirà che il gioco non è un predicamento del mondo, il gioco, gioca il mondo. ( Il gioco di Fink, Derrida e di Axelos)
XLIII
Perché secondo la consulenza filosofica il gioco sinonimo dell’Es e dell’Io può essere paragonato col’ inconscio.
XLIV
Perché le parole hanno antagonismi, le frasi hanno inimicizie, e i pensieri hanno guerra. (il gioco del pensiero. Il gioco della vita)
XLV
Perché l’immagine non può immaginare. (L’opera di Baudrillard).
XLVI
Perché non possiamo trascendere, trasfigurare, sognare il reale, siccome il reale è
virtuale.(La postmoderna epoca secondo Baudrillard).
XLVII
Perché la vita aspetta ancora, sul bianco foglio.(La vita come scrittura Derrida).
XLIX
Perché tutti diciamo: Come cambiano le cose.(Il cambiamento di Hegel. Anche questo che dice Bob Proctor: “Il cambiamento è inevitabile, la crescita personale è una scelta”).
L
Perché l’uomo è sempre, parole che sfumano nella nebbia.(Le opere di Fellini).
LI
Perché come dice il greco poeta O. Elitis ” Regala il tuo Tempo gratis…Se vuoi ti rimare un po’ dignità…”
LII
Perché come diceva Eraclito: “Il tempo è un ragazzo che gioca con le palline…Vince sempre lui.”
LIII.Perché ciò che si guadagna da un lato, lo si riperde dall’ altro.
LIV. Perché l’indifferenza non è la fine della volontà ma al contrario una condizione necessaria della scelta
LV. Perché le definizioni fanno smorfie enigmaticamente. Vita non è la sopravvivenza biologica, la fine biologica non è morte.
LVI. Perché l’uomo nel suo incessante peregrinare, rimane perentamente amareggiato dalla propria esperienza ma l’insoddisfazione è il prezzo che egli deve pagare per crescere.
LVII. Perché gli uomini adottano una causa perché non hanno potuto adottare se stessi insieme ai propri desideri. Attraverso la causa e il sacrificio che comporta, tuttavia, è la loro volontà di vivere che essi inseguono a ritroso.
LVIII. Anche perché qualche volte la vita è prigioniera del nulla.
LIX. Perché la vita sono i passi sulle sabbie del tempo.
Apostolos Apostolou. Scrittore e docente di filosofia.
Corrispondente Progetto Radici Atene ,Grecia
Redazione@progetto-radici.it