Il lato oscuro dello sport

Il lato oscuro dello sport

di Paolo Pagliaro

Sbaragliati gli avversari e trionfalmente confermato alla guida del Coni per altri quattro anni, Giovanni Malagò potrà lasciare una traccia indelebile del suo lungo regno se riuscirà finalmente ad arginare il fenomeno più oscuro e vergognoso dello sport: gli abusi sessuali ai danni dei minori.


I casi censiti nell’ultima relazione della Procura generale del Coni sono una novantina, spalmati sulle varie discipline, soprattutto calcio, equitazione e volley. Tuttavia i numeri sarebbero ben altri, perché le denunce sono ancora poche e l’impunità è diffusa, come documenta il primo libro-inchiesta sugli abusi sessuali nello sport, intitolato “Impunità di gregge” e scritto per Chiarelettere dalla giornalista Daniela Simonetti.


E’ una lettura che lascia sconcertati. Il mondo sportivo – con i suoi 4 milioni e 700 mila tesserati, in maggioranza minorenni – si è messo in casa pedofili, molestatori e altre tipologie di delinquenti con una naturalezza che non trova riscontro in nessun altro settore della società italiana.


Non ci sono anticorpi. Quel che le federazioni sportive dovrebbero fare e non fanno – scrive Daniela Sinonetti – sarebbe chiedere agli allenatori i certificati penali e dei carichi pendenti, educarli e istruirli con programmi di formazione obbligatori sul tema delle molestie e della violenza, anche psicologica e verbale, imporre regole stringenti sulle trasferte, vietare – come già previsto in alcune nazioni europee – le relazioni sessuali o sentimentali tra allenatore e allievi, cambiare faccia alla giustizia sportiva, aiutare ragazzi e ragazze a riconoscere il germe corrosivo dell’abuso. Nulla di tutto questo è accaduto.

Nel mondo del grande calcio, tra le poche società che attuano esplicite politiche antipedofilia c’è l’Inter, ed è una ragione in più per parlare di scudetto meritato.© 9Colonne

Redazione

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