L’Europa riparte con un’Aula vuota
Il presidente Sassoli definisce l’Europarlamento simbolo della ripresa, ma sui banchi i deputati sono pochi .
di Francesca Venturi
Il ritorno del Parlamento europeo a Strasburgo è senz’altro “simbolico” di un auspicabile prossimo ritorno alla normalità, ma l’effetto ottico è quello di un’aula della plenaria quasi completamente vuota all’inizio della sessione.
“È soddisfacente vedere, dopo 15 mesi di pandemia, crescere nelle opinioni pubbliche dei nostri 27 paesi la fiducia nell’Europa. Non dobbiamo disperdere il dolore e il sacrificio dei nostri cittadini. Oggi, Strasburgo torna ad essere un simbolo di ripartenza”. Con queste parole, pronunciate in francese e con una certa emozione, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha inaugurato la prima sessione “in presenza” dopo 15 mesi di lavori da remoto.
Il formato è ancora “ibrido” e le presenze saranno ridotte, anche a causa del perdurare degli ostacoli alla mobilità fra Paesi europei.
Sassoli ha salutato la presenza nell’emiciclo della sindaca Jeanne Barseghian, che ha previsto un ritorno “graduale” alla normalità: la prossima sessione di luglio – ha stimato l’esponente dei Verdi che guida la città alsaziana, “sarà regolare”.
“Strasburgo – ha detto ancora Sassoli – è un simbolo dell’unità europea, della pace e della diversità. È in questa terra che nasce il bisogno assoluto di Europa”.
Adesso la legge sul clilma
Nei 15 mesi passati, “abbiamo vissuto un tempo terribile che ha causato milioni di morti e sofferenze umane, sconvolgendo la vita quotidiana delle persone e mettendo tanti nostri cittadini in una situazione economica e sociale difficile. Si sono fermati tutti i nostri paesi – ha proseguito – e insieme a tutti i nostri paesi, il mondo si è fermato. Riprendere la nostra attività normale a Strasburgo è un segno di fiducia e di speranza per tutti”.
Sassoli ha ricordato i passi avanti europei degli ultimi mesi: “Con l’attività parlamentare abbiamo contribuito a migliorare tutti gli strumenti di uscita della crisi: la Next Generation EU, il Recovery and Resilience Facility, lo Stato di Diritto e la condizionalità, il bilancio settennale e le risorse proprie”.
Inoltre, ha detto Sassoli, “continueremo a fare la nostra parte sulla legge sul clima, sull’agenda digitale e sul patto di immigrazione e asilo”.
Dopo un inizio di sessione con aula dell’emiciclo deserta, nei prossimi giorni, almeno secondo la sindaca di Strasburgo, si attende “almeno la metà” degli Europarlamentari; altre stime sono meno ottimiste e ipotizzano attorno a un terzo dei 705 eletti in arrivo in Alsazia; ma qualcun altro ipotizza che non arriveranno a Strasburgo più di 200 eurodeputati.
Per quanto riguarda i 76 italiani, in particolare, ci si aspetta una presenza di oltre la metà degli eurodeputati leghisti (in tutto 26), 4 o 5 dei 10 del Ppe (essenzialmente di Forza Italia), circa 7 dei 18 del gruppo Socialisti e Democratici (Pd) mentre gli altri gruppi non hanno fornito cifre al momento.