Moratorie: a rischio 1,3 famiglie e Pmi
Senza l’immediata operatività delle moratorie su mutui e prestiti sono a rischio 1,3 milioni di famiglie e piccole e medie imprese. È questa l’area di soggetti che, a partire dalla primavera del 2020, hanno beneficiato della sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti per un importo complessivo di 144 miliardi di euro. Una cifra complessiva che le banche potrebbero tornare a chiedere alla clientela se la norma introdotta nell’ultimo decreto sostegni bis resterà inapplicata a causa del ritardo dell’Unione europea chiamata a dare il via libera. La richiesta di proroga della moratoria, però, potrebbe obbligare le banche a segnalare i clienti alla Centrale rischi.
È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa secondo cui ammontano a 119 miliardi i prestiti congelati riferibili alle aziende e ammontano a 25 miliardi i crediti sospesi per le famiglie: in totale 1,3 milioni di soggetti che potrebbero trovarsi improvvisamente in crisi di liquidità e senza poter pagare le rate dei crediti bancari. «La nuova norma varata dal governo Draghi consente alle banche di prorogare fino a dicembre la sospensione, anche se della sola quota capitale del finanziamento, con quella relativa agli interessi che dovrà in ogni caso essere rimborsata.
È corretta, quindi, la posizione dell’Abi che auspica un’accelerazione da parte della Commissione Ue per quanto riguarda la verifica sui profili di aiuti di Stato illegittimi» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino.
La proroga della moratoria, spiega il Centro studi di Unimpresa, non è automatica: spetta infatti ai soggetti interessati, sia imprese sia famiglie, chiedere alla propria banca l’attivazione della sospensione delle rate oltre il 30 giugno (scadenza precedente moratoria) e fino al 31 dicembre 2021.
Il nuovo blocco dei pagamenti di mutui e prestiti, peraltro, è più circoscritto rispetto al precedente: andrà infatti pagata la quota della rata relativa agli interessi poiché la sospensione riguarda solo la quota capitale. Ciò significa che l’agevolazione avrà impatti differenti sulla base del piano di ammortamento: in linea di massima, se un finanziamento è stato sottoscritto da poco tempo e, inoltre, prevede un piano di rimborso lungo, la quota interessi è prevalente e, quindi, il beneficio per il cliente della banca resta contenuto; se, invece, si è oltre la metà del piano di rimborso, la quota capitale prevale sugli interessi e, in questo caso, il beneficio si rivela poi ampio.
C’è poi un’altra questione: esiste il pericolo, per coloro che ricorrono a tali misure e che pertanto beneficiano della moratoria, di essere segnalati, dalle stesse banche alla Crif, la Centrale di rischio che censisce i cattivi pagatori. Un fatto, non pienamente chiarito dalle banche né dal regolatore, che potrebbe compromettere i rapporti di credito sia della famiglie sia delle imprese, di fatto andando nella direzione opposta a quella che dovrebbe essere la missione della misura: chi chiede la moratoria corre il rischio di trovarsi, in prospettiva, con meno liquidità a disposizione.© 9Colonne