Della Vedova: un nuovo partenariato con le comunità italiane all’estero

Della Vedova: un nuovo partenariato con le comunità italiane all’estero

 Una lunga relazione, letta in tempi record in meno di un’ora: tanto è durata l’audizione del sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova al Comitato per gli italiani nel mondo e promozione sistema Paese della Camera. La convocazione dell’Aula alle 16.30 ha ristretto i tempi del confronto tra il sottosegretario, accompagnato dal Direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, Luigi Vignali, e i deputati che hanno posto all’attenzione del Maeci le questioni più stringenti che pesano sui connazionali.


Prima tra tutti, l’affanno dei Consolati stretti nella morsa della pandemia, ma soprattutto della carenza di personale.
Da qui parte il presidente del Comitato, Simone Billi, che introducendo i lavori parla di una “bomba pronta ad esplodere”.


Una situazione di cui la Farnesina è consapevole, ha detto Della Vedova, che nella sua relazione si è soffermato, però, soprattutto sulle elezioni dei Comites del 3 dicembre, sull’assistenza ai connazionali durante la pandemia e sul turismo delle radici.
I numeri. Al 31 maggio 2021, gli italiani iscritti agli Aire consolari erano 6 milioni.

Una “diaspora dall’inestimabile valore umano e culturale”, che risiede soprattutto in Europa (3,3 milioni) e Sud America (2,2 milioni); seguono Nord America (550mila), Oceania (170mila) e
165mila divisi equamente tra Africa e Asia. Cifre al ribasso perché, come noto, “molti connazionali non si registrano nei Consolati”. La pandemia non ha fermato la mobilità, soprattutto dei più giovani.


La Farnesina intende “accompagnare le comunità italiane all’estero”, dando sostegno alla “nuova immigrazione” e valorizzando “il nuovo associazionismo” per “costruire un nuovo partenariato con le comunità italiane all’estero, che possa portare un duplice beneficio sia ai nostri connazionali e agli oriundi che al nostro Paese”.


Una “sfida costante” è dunque quella di “disporre di una rete di accoglienza, per evitare i giovani si ritrovino ad affrontare da soli condizioni di marginalità e indigenza o sfruttamento”, senza dimenticare “i connazionali di vecchia generazione” che “hanno saputo organizzarsi in una rete di associazioni attive nei più svariati settori”. Circa 1700, ha ricordato il sottosegretario, quelle “ufficialmente registrate”; tante “stanno oggi vivendo un’importante trasformazione” e sono affiancate da “nuove forme di associazionismo”.

Tutte rappresentano “un punto di riferimento fondamentale anche per le istituzioni”.
Ed è “proprio nella consapevolezza della variegata e mutata composizione delle nostre collettività e del crescente bisogno di solidi punti di riferimento che vanno considerate fondamentali le elezioni per il rinnovo dei Comites per il prossimo 3 dicembre 2021”.
Le elezioni.

 Della Vedova conferma che “già da mesi la Farnesina si sta preparando, valorizzando quanto più possibile presso le nostre collettività la prossima tornata elettorale”.
Ricordata la posizione del Cgie – favorevole al rinvio del voto – così come di molti Comites che ha incontrato nei suoi primi viaggi all’estero, Della Vedova ha confermato che “tutta la struttura sta lavorando per la data del 3 dicembre”.


“Riteniamo che non stia al Governo di intervenire su un procedimento elettorale già avviato”, ha aggiunto. “Certo, se il Parlamento volesse intervenire con una propria risoluzione o con una richiesta largamente maggioritaria” a sostegno del rinvio, il Governo “sarà prontissimo” a considerarla, prevedendo un rinvio che comunque non andrebbe oltre “qualche mese”.


“La buona riuscita delle elezioni dei Comites per noi è un obiettivo prioritario”, ha detto il sottosegretario. Il voto “consentirà di rinnovare il rapporto con i connazionali all’estero, impostandolo su nuove basi e coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni”.


La Farnesina, quindi, lavora per il voto al 3 dicembre; le elezioni andrebbero indette entro il 3 settembre.
Si voterà ancora con l’opzione inversa – se vuoi votare lo devi dire – modalità contestatissima dai connazionali e dai loro rappresentanti: “il tema mi è stato sottoposto in molte sedi”, ha ricordato Della Vedova, secondo cui “sarà fondamentale per il miglior svolgimento di questa tornata elettorale avere il pieno sostegno di Comites e Cgie per aumentare quanto più possibile il bacino elettorale sia attivo che passivo”.


“La nostra idea è di fare in modo, attraverso l’informazione istituzionale e mettendo in campo tutti i canali di comunicazione, anche mail e sms, di raggiungere una platea prossima al 100% per l’informazione sulle elezioni e di facilitare il più possibile l’esercizio della opzione”, attraverso mail ordinaria, certificata, posta e anche Fast it.


la Farnesina “ha già intrapreso con i mezzi a disposizione e con il raccordo del servizio stampa e delle sedi all’estero una prima fase di accompagnamento del corpo elettorale al voto”, iniziando con lo spiegare cosa sono i Comites e che si vota.

“Nella seconda fase che sta per iniziare, i connazionali riceveranno puntuali informazioni riguardo alle modalità e tempistiche del voto”. Molte sedi “hanno già iniziato ad acquisire le richieste di iscrizione nei propri elenchi elettorali”.


“La campagna informativa istituzionale vera e propria sarà invece avviata solo a partire dal indizione formale delle elezioni”, cioè dal 3 settembre.


I Comitati “si sono rivelati eccellenti strumenti di valorizzazione del nostre comunità e di assistenza ai connazionali, in particolare durante la fase più critica della pandemia”, ha rilevato il sottosegretario. Hanno messo in campo “più di 250 progetti, per un valore complessivo superiore ai 2,5 milioni di euro”, un risultato “davvero ottimo”.


La Farnesina “sta lavorando anche alla sperimentazione del voto elettronico” anche se per ora quello cartaceo rimane “l’unico con valore legale e valido ai fini dello scrutinio”.


Assistenza ai connazionali durante la pandemia. Il covid “ha messo sotto stress la rete consolare, non in modo uniforme”, ma comunque “evidente” in molte parti del mondo. Nel corso del 2020 la Farnesina ha compiuto “uno sforzo senza precedenti: l’Unità di Crisi insieme alla rete diplomatico-consolare ha organizzato 1185 operazioni di rientro per portare a casa 810.000 connazionali da 121 Paesi”. Il Cura Italia ha destinato al Maeci 6,5 milioni di euro per l’assistenza finanziaria ai connazionali in difficoltà.

“Tali fondi hanno reso possibile dall’inizio dell’emergenza e fino al 30 aprile 2021 oltre 9.200 interventi”, dai sussidi e aiuti alle imprese ai buoni pasto e pacchi alimentari per gli indigenti.
“Quasi il 50% dei fondi aggiuntivi stanziati per fronteggiare l’emergenza sanitaria del mondo sono andati alla America centro meridionale; il 15% all’Africa; circa tre quarti degli interventi hanno avuto luogo in America centro meridionale dove più duraturi e gravi sono stati gli effetti pandemici”.


Sempre a sostegno dei connazionali, la Dgit ha mantenuto “un serrato dialogo con il Ministero della Salute per ottenere l’estensione delle vaccinazioni alla più ampia platea possibile dei connazionali all’estero” e ora mantiene lo stesso “serrato dialogo” per il riconoscimento delle certificazioni covid rilasciate dagli altri Paesi.


Turismo delle radici. Una “progettualità del Maeci a voi ben nota, specificamente pensata per valorizzare e coinvolgere le nostre collettività nel mondo nella fase di ripresa post pandemica”. Una “offerta turistica ragionata”, rivolta ad una platea potenziale di 80 milioni di persone. Secondo l’Enit, nel 2018 “sono stati 10 milioni i turisti stranieri di origine italiana che hanno visitato l’Italia, con un indotto quantificata intorno ai 4 miliardi di euro”.
Ricordato il Tavolo tecnico istituito da Dgit in collaborazione con l’Enit, il master della Università della Calabria e la pubblicazione della Guida “alla riscoperta dei territori di origine” redatta in collaborazione con l’associazione Raiz Italia, Della Vedova ha annunciato “con orgoglio” che “la Farnesina sta lavorando ad un importante progetto da finanziare con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza relativo proprio al turismo delle radici” con “l’obiettivo di breve-medio termine di contribuire al rilancio dell’Industria turistica dopo la pandemia e con l’obiettivo di lungo periodo di utilizzare un nuovo canale per rafforzare i legami del nostro Paese con le nuove generazioni di italo-discendenti”.


Concludendo, Della Vedova ha detto che “siamo tutti stati colti di sorpresa dalla pandemia”, ma il Ministero ha lavorato ad una reazione “pronta e compatta” grazie al “coordinamento con tutti gli uffici della rete, che ha avuto l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno”. (m.cipollone\aise) 

Redazione

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