700mila posti in più ma solo pochi stabili
La dinamica occupazionale, in ripresa già dalla fine di aprile, si è nettamente rafforzata nei due mesi successivi, favorita dai progressi della campagna vaccinale e dalla conseguente graduale rimozione dei vincoli alle attività economiche. Lo evidenzia la nota redatta congiuntamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Banca d’Italia sul mercato del lavoro, per la quale nei primi sei mesi dell’anno sono stati creati 719.000 posti di lavoro, oltre il 12 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Rimane però ancora ampio il divario tra i contratti di lavoro attivati dall’inizio della pandemia e quelli che si stima sarebbero stati osservati in assenza della crisi Covid-19 (circa -270.000, in base a proiezioni compatibili con le previsioni macroeconomiche della Banca d’Italia, formulate prima dell’emergenza sanitaria).
Nei soli mesi di maggio e giugno sono stati creati 520.000 posti di lavoro a tempo determinato, portando il numero complessivo dei nuovi contratti a termine attivati dall’inizio dell’anno, al netto delle cessazioni, a circa 611.000, 245.000 in più rispetto al 2019 (il saldo era stato sostanzialmente nullo nella prima metà del 2020). Rimangono estremamente modesti i ritmi di crescita delle posizioni permanenti, su valori lievemente inferiori a quelli registrati l’anno scorso. L’effetto positivo sui saldi dovuto al blocco dei licenziamenti per motivi economici è stato controbilanciato dall’estrema debolezza delle assunzioni e delle trasformazioni a tempo indeterminato. Per effetto della normativa di blocco fino al 30 giugno il rapporto tra il numero di cessazioni promosse dal datore di lavoro e il numero dei dipendenti si è mantenuto su livelli particolarmente bassi (pari a circa la metà di quelli prevalenti prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, al netto degli effetti stagionali). Ristagnano ancora i contratti di apprendistato.
L’industria continua a crescere ai ritmi prepandemia: nei primi sei mesi del 2021 sono stati creati circa 165.000 posti di lavoro, valore maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019. Il miglioramento del quadro epidemiologico ha favorito i servizi privati che, dopo il marcato rallentamento registrato in marzo e Recupera l’occupazione femminile e il Mezzogiorno L’andamento positivo dei servizi privati ha agevolato la riduzione del divario di genere nelle dinamiche occupazionali: per le donne il saldo tra attivazioni e cessazioni, ancora sostanzialmente nullo alla fine di aprile, è migliorato sensibilmente nei mesi successivi. Il numero di posti di lavoro occupati da donne è cresciuto, dal 1° gennaio al 30 giugno 2021, di 290.000 unità superando, come per gli uomini, i ritmi del 2019 L’andamento del Centro Nord è riconducibile esclusivamente agli impieghi a termine concentrati nelle costruzioni e, negli ultimi mesi, anche nel commercio e nel turismo.
La dinamica del Mezzogiorno (oltre 270.000 posti di lavoro creati) riflette pure la tenuta delle posizioni permanenti: l’impatto del blocco dei licenziamenti risulta infatti relativamente maggiore nelle regioni meridionali dove, prima della pandemia, la durata dei contratti a tempo indeterminato era più breve rispetto alle aree centro-settentrionali .© 9Colonne