Stoccolma: in mostra storia città di Mogadiscio
Maeci
L’Istituto Italiano di Cultura Carlo Maurilio Lerici di Stoccolma propone sui suoi canali social (Facebook e Instagram), dal 14 luglio all’8 settembre 2021, la mostra fotografica “Mogadiscio e la sua evoluzione storico-urbanistica: pagine di storia della città” che mira a ricostruire l’aspetto originario dei quartieri storici di Mogadiscio, prima del conflitto civile scoppiato nel 1991.
L’esposizione, nata da una collaborazione tra l’Università nazionale somala, l’Accademia delle arti e delle scienze di Mogadiscio, l’Università Roma Tre, l’Università La Sapienza, l’Università di Bologna, il Politecnico di Torino, l’Università di Camerino e il Politecnico di Milano, vuole essere un viaggio attraverso le più importanti trasformazioni che hanno scandito lo sviluppo urbanistico e architettonico di Mogadiscio, il cui patrimonio culturale costituisce un’irrinunciabile risorsa per la sua rinascita.
Nonostante gran parte dei monumenti siano andati distrutti a causa della guerra e molte opere siano state trafugate, Mogadiscio conserva un’importante memoria storica da valorizzare e tramandare, a cui è indissolubilmente legata anche l’Italia, impegnata nel compito di contribuire a recuperare il passato e le ricchezze di questa città millenaria.
Attraverso quattro itinerari virtuali basati su alcune delle più importanti guide turistiche italiane della prima metà del Novecento, è dunque possibile ripercorrere le strade principali di Mogadiscio, osservando le trasformazioni che ne hanno mutato l’assetto urbanistico nel corso degli anni, grazie a fotografie d’epoca, planimetrie e assonometrie.
Il primo dei quattro itinerari proposti, “Edifici della città medievale” è dedicato agli antichi quartieri di Shingaani e Hamarweyne, nucleo originario della città e sedi di importanti monumenti, come la Masjid Jaama’a, il palazzo del Sultano e la Mnara di Abdulaziz. Qui si trovava infatti la quasi totalità delle costruzioni medievali e del periodo italiano: mentre Shingaani è stato completamente distrutto durante il conflitto, gran parte delle costruzioni di Hamarweyne sono invece sopravvissute.
Il secondo itinerario, “La città nei resoconti di viaggiatori e geografi”, è incentrato invece sulle principali moschee, descritte nelle opere di alcuni tra i più importanti viaggiatori e geografi sia orientali che occidentali, come Vasco da Gama, Muhammad Ibn Battuta e Yāqūt Abd Allāh al-Rūmī al-Hamawī, approdati sulle coste somale fin dal XIV secolo. Il terzo itinerario, dal titolo “Spazi della modernità”, si concentra soprattutto sulle aree urbane che più hanno subito trasformazioni durante il periodo italiano nel corso degli anni Venti e Trenta, tra cui Via Somalia e Via Regina Elena.
Infine, il quarto e ultimo itinerario, “Attrezzature e infrastrutture urbane ed extraurbane”, offre un panorama completo delle infrastrutture costruite a Mogadiscio tra la prima e la seconda metà del Novecento, come la lunga rete di canali che alimentava la Società Agricola Italo Somala e alcuni tra i più importanti impianti della città, come lo zuccherificio e il gassogeno.