Tutela di un diritto: “l’acqua è un bene comune e deve esserlo anche a San Giorgio del Sannio”

Tutela di un diritto: “l’acqua è un bene comune e deve esserlo anche a San Giorgio del Sannio”

di Daniela Piesco

La poca disponibilità d’acqua a San Giorgio del Sannio sta diventando lo scandalo del secolo poiché la grave situazione di illegittimità perpetrata ai danni dei cittadini dura davvero da tanto tempo sebbene l’Alto Calore gestisca una delle riserve idriche tra le più ricche d’Europa e disseti circa 5 milioni di abitanti.

Nonostante le numerose proteste e gli esposti, ad oggi, non sono stati raggiunti risultati validi.

La situazione

Giova rilevare che quel che fa ancora più discutere è il fatto che l’acquedotto locale servi l’intera Puglia, eppure gli abitanti di San Giorgio sono costretti a dover razionare l’acqua, e non poche volte il comune ha trascorso intere giornate con i rubinetti vuoti.

Del tutto inutili le denunce sui ritardi accumulati nei decenni sul terreno infrastrutturale: San Giorgio, infatti, è alimentato da un’adduttrice nazionale che risale al 1938 e nonostante siano stati fatti numerosi accorgimenti (tra cui un raddoppio nel 1979) la particolare posizione geografica del comune non ha permesso che la situazione cambiasse.

Il presidente dell’Alto Calore ha, inoltre, richiamato l’attenzione sia delle istituzioni campane che della Regione Puglia, da cui il Sannio e l’ Irpinia si aspettano il dovuto ristoro.

Un appello accorato viene fatto oggi dalla dottoressa Luciana Festa alle Regioni interessate affinché si giunga ad una soluzione condivisa e funzionale per dare risposte ad una terra spesso dimenticata dalle istituzioni.

Considerato, inoltre, che siamo in piena estate e a eventuali (e probabilissime) crisi idriche estive, la situazione è diventata piuttosto drammatica.

Non è possibile che un territorio oggetto del depauperamento che, tra Puglia e Napoli, dà acqua a 5 milioni di abitanti non abbia il giusto riconoscimento.

Le istituzioni devono fare la propria parte.

La discesa in campo di Luciana Festa

“’Acqua è democrazia’ sosteneva Nelson Mandela. Sono costretta, però, a constatare come nel Paese di San Giorgio del Sannio, questa affermazione sia ancora poco attuale. L’acqua dovrebbe essere un diritto di base per tutti, un obiettivo comune, una risorsa su cui costruire politiche di tutela e sostenibilità. San Giorgio, però, è privato di un elemento così centrale per il tessuto sociale, economico e politico del paese”.

“Il giorno 1 Luglio – spiega -, ancora una volta, a partire dalle ore 10.30 circa, Alto Calore Servizi S.p.a. ha improvvisamente interrotto il servizio idrico, omettendo di dare preventiva comunicazione e lasciando intere famiglie senza acqua, che ricordo essere un bene comune. Visto il silenzio di chi amministra oggi il territorio, mi sono chiesta cosa potessi fare come cittadina attiva, consapevole delle criticità ma animata dal desiderio di cambiamento. Pertanto ho ritenuto opportuno chiedere ad Alto Calore il motivo del distacco ma soprattutto quale ostacolo impedisse di comunicare alla collettività l’interruzione e le relative cause. Inaccettabile è la mancanza di rispetto verso il cittadino che necessita di un servizio indispensabile soprattutto considerando l’emergenza sanitaria in corso.”

“Il silenzio inspiegabile di chi dovrebbe guidare il paese, la cattiva abitudine di “battere in ritirata” ogni volta che si affronta la questione acqua – sottolinea -, la mancanza di empatia verso quei nuclei familiari composti da bambini, anziani e disabili, devono essere temi centrali su cui noi cittadini siamo chiamati a riflettere. Mi dispiace sottolineare che sui canali istituzionali sono assenti anche le più blande forme di comunicazioni inerenti al tema, ma ne abbondano altre. Con una richiesta inoltrata a mezzo pec ho ufficialmente chiesto a chi di competenza di fornire a noi cittadini le ragioni della sofferenza idrica riscontrata. Ad oggi ancora nessuna risposta ma di certo ho da tempo abbandonato chiacchiere e teorie mitologiche che circolano ormai da decenni in questo paese sulla misteriosa scomparsa dell’acqua alle prime calure estive.”

“Credo fermamente che il primo passo, per una risoluzione modulare del problema – conclude -, è quello di essere cittadini informati. Per questo ho deciso di abbracciare il progetto politico e sociale dell’avvocato Giancarlo Bruno, che inaugurerà il prossimo 7 luglio, un laboratorio civico in cui una delle prime tematiche che intendo evidenziare è proprio la questione della penuria di acqua”

Ebbene appare evidente ancora una volta che per evitare eventuali chiusure e sospensioni del servizio idrico occorrono nuovi approvvigionamenti idrici e interventi tempestivi sulle reti.

Come evidenziato anche dall’ Ambito territoriale ottimale (Ato) Irpinia-Sannio, per soddisfare le esigenze idriche in Irpinia e nel Sannio vanno anche assicurate le interconnessioni tra le reti. Senza queste, pur disponendo di enormi quantità di acqua, non si riuscirà a distribuirla.

In Italia, infatti, esistono oltre 5000 acquedotti che sfruttano le sorgenti nazionali e nel caso irpino la mancanza di un’ organizzazione unica ed integrata, non permette di quantificare la reale quantità di acqua che viene drenata in una direzione piuttosto che in un’altra. Per questo motivo, infatti, l’Ato si è più volte dichiarata a favore della creazione di un soggetto unico che, con un’ unica cabina di regia, possa assicurare una gestione efficace delle risorse d’acqua, mettendo così, a riparo ,i cittadini lesi,dalle crisi idriche.

Un accenno a San Giorgio del Sannio

Quarto comune della provincia di Benevento per numero di abitanti. È situato sull’Appennino campano tra i corsi dei fiumi Sabato e Calore Irpino, ai piedi del colle di Montefusco, a circa 8 km dal capoluogo di provincia, di cui assume quasi il ruolo di borgata periferica. San Giorgio del Sannio si trova a 382 m s.l.m., con un’estensione di 22 km².
La zona più antica di San Giorgio del Sannio si stende lungo una dorsale collinare poco al di sopra dell’attuale paese, che solo da pochi anni è stata nuovamente rivalutata e abitata.

Il paese è formato da quattro frazioni: San Giorgio, Sant’Agnese, Ginestra (la frazione più antica, che era un vico romano) e San Rocco che, divise in passato, ora costituiscono un unico centro urbano.

Le contrade di San Giorgio, Sant’Agnese, Ginestra e San Giovanni a Morcopio sono alcune delle zone abitate fin dai tempi dei romani grazie al passaggio della via Appia; anche se le prime date ufficiali risalgono al 1135, con la presenza di molte monete e cimeli romani che fanno pensare ad un insediamento romano.

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.