Guida alle Radici italiane: presentato il nuovo volume
Sono Lombardia, Molise, Calabria e Sicilia. E ancora di più i lombardi, i molisani, i calabresi e i siciliani che hanno viaggiato nel mondo i protagonisti del nuovo volume della “Guida alle Radici Italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati”. Una guida turistica che mira a coinvolgere e a portare (o riportare) gli italiani all’estero e gli italo-discendenti nei paesi d’origine della loro famiglia, per farli connettere con le radici dei propri avi che migrarono nel mondo.
Insomma, 4 nuove regioni (dopo Abruzzo, Emilia-Romagna, Puglia e Basilicata protagoniste nel 1° volume), ricche di storia italiana, di emigrazione, di tradizioni, feste, lavori e naturali, e di enogastronomia, tutte volate nel mondo. Loro sono al centro di questo 2° volume realizzato dall’Associazione Raíz Italiana con il sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, presentata questo pomeriggio in diretta streaming dal Direttore Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali.
A parlarne, con lui, il Presidente della Regione Molise, Donato Toma, il Sottosegretario della Giunta Lombarda, Alan Cristian Rizzi, l’Assessore al Turismo della Regioni Sicilia, Manlio Messina, oltre che il Direttore esecutivo dell’Ente nazionale italiano del turismo – Enit, Giovanni Bastianelli, Marina Gabrieli, Direttrice dell’Associazione Raiz Italiana, e, in conclusione, il Sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova.
Questo secondo volume è di fatto la “continuazione di un percorso iniziato nel 2018, con la convocazione del primo tavolo tecnico”, ha sottolineato Vignali in apertura. Ed è improntata “a una riscoperta delle opportunità di viaggio per italo-discendenti” in modo che questi possano contribuire all’economia e soprattutto a “rinsaldare i rapporti con l’Italia”.
Perché questa guida parla infatti di “un’esperienza emozionale” che viene offerta agli italo-discendenti e agli italiani all’estero in generale. L’idea basica della guida, rinnovata da un punto di vista grafico, consente infatti “di fare un altro passo per un’offerta turistica nuova e importante – ha sottolineato ancora Vignali -. Importante perché quando si parla di turismo delle radici, si tratta emozioni, scoperte (o riscoperte), di tradizioni, luoghi, enogastronomia. Di momenti emozionati vissuti dalla propria famiglia che possono portare i turisti a fidelizzarsi con il nostro paese”.
Il turismo delle radici rappresenta infatti “un segmento turistico di grande impatto (gli italo-discendenti sono, secondo i calcoli, tra i 60 e gli 80 milioni)”. E per grande impatto, secondo l’Enit, si parla di circa “10 milioni di turisti e circa 5 miliardi di euro all’anno”. Anche per questo la Dgit sta cercando di coordinare l’avvicinamento a una costruzione di un’offerta di accoglienza per questi turisti adeguata: attraverso la guida stessa, attraverso la ricerca di una definizione di un identikit del turista delle radici (fatto attraverso un questionario a loro dedicato realizzato dall’associazione AsSud); poi attraverso la creazione di ruoli specifici, cosa che l’Università della Calabria sta portando avanti attraverso il lancio del primo master per “esperti del turismo delle radici”, che mira a formare operatori specifici; e infine “abbiamo inserito il turismo delle radici nel PNRR”, in modo da “avere un orizzonte di medio lungo periodo e più risorse finanziarie”. Oltre a questo si deve aggiungere anche la volontà, espressa dal Direttore Vignali, di “sensibilizzare le comunità locali all’estero e le comunità in Italia”, il tutto offrendo corsi, strutture, sconti specifici, accessibilità per la documentazione per gli italo-discendenti, proprio perché questi turisti “vengono a cercare lo sviluppo del proprio albero genealogico”; inoltre, secondo Vignali, “bisogna anche creare itinerari standard, magari attraverso una App”.
E sempre riguardo gli itinerari si sta provando a “istituire una sorta di passaporto del turista delle radici che consenta di avere sconti in diverse attività, musei dell’emigrazione, alberghi, ristoranti, botteghe artigianali”. E dunque risulta decisivo e importante ancora la promozione di “vacanze-lavoro”, creare “una campagna di comunicazione efficace, sfruttando i tanti italo-discendenti famosi nel mondo”, continuare con la promozione “dell’Anno del turismo delle radici in Italia, indicazione che stiamo sostenendo anche con il MiT”.
E una panoramica dell’importanza di questo turismo l’ha voluta dare anche il Direttore esecutivo Enit Bastianelli, che ha spiegato come a suo parere questa iniziativa abbia “dentro delle parti che fanno parte di noi stessi, e che devono emozionare e coinvolgere”. Ma bisogna avere “orgoglio”, sia per chi entra che per chi riceve, e “consapevolezza”. Secondo lui, infatti, senza questi due elementi “non può funzionare il turismo”.
Bastianelli si è poi soffermato sui numeri di questo turismo specifico, che “sono numeri importantissimi, ma non bastano a spiegare l’importanza del fenomeno, perché l’incidenza degli italiani all’estero è molto più ampia”. Parlando di questi italiani, di cui più di un terzo sono giovani tra i 25 e i 34 anni, che vengono o tornano a visitare l’Italia, il Direttore Esecutivo dell’Enit ha evidenziato quanto sia “sottostimata la loro presenza” poiché “quello che fa dell’Italia la 1° destinazione in Europa da parte di cittadini extra europei, è il fatto che l’italianità è ben presente nei paesi di origine dei turisti, grazie all’emigrazione, e questa fa venire voglia di attraversare e visitare l’Italia”.
Ed è per questo che gli italiani nel mondo sono così importanti per il Paese, ed è così importante fidelizzare questi turisti.
Insomma, questa guida può essere uno strumento per gli italiani all’estero che vogliano connettersi con le proprie radici, come rivelato da Marina Gabrieli, Direttrice dell’Associazione Raiz Italiana, che ha curato l’edizione di questo secondo volume per il quale ha voluto ringraziare la Farnesina, la DGIT e l’Ufficio I, e ancora più specificatamente Giovanni Maria De Vita “per il suo entusiasmo per questo tema che per noi è così caro”.
Abbiamo voluto “scommettere sulle potenzialità dei nostri territori”, ha spiegato Gabrieli, fondendo quest’ultima con il focus dell’associazione, ossia aiutare a scoprire le proprie radici ai discendenti italiani.
Dopo i ringraziamenti, Gabrieli ha dato una panoramica della guida: “c’è la sezione con le pillole, orientate a cercare di individuare la propria storia familiare nelle regioni e non solo, ci sono indicazioni su come documentarsi sulla storia dell’emigrazione italiana, poi ci sono i capitoli specifici dedicati alle regioni, nei quali si parte con l’introduzione storica del territorio, si passa ai luoghi della memoria migrante e della memoria collettiva, poi ancora ai luoghi dei personaggi illustri che si sono spinti all’estero, poi ancora un capitolo legato ai piatti e alle feste tradizionali. E infine, anche questa volta, non ci sono itinerari, quanto piuttosto elementi per costruirseli da soli, poiché è un viaggio unico, quindi ci sono due pagine bianche che permetteranno ai turisti di creare il proprio percorso”.
Il volume è stato pensato a partire dal marzo 2020, ossia nel momento più critico della pandemia. Dunque, invece di andare di persona nelle regioni, “abbiamo attraverso queste regioni attraverso scrittura e immagini”, ha spiegato ancora la direttrice di Raíz, ossia questo lavoro è stato un lavoro “portato avanti attraverso la forza dei sogni”.
Sono poi intervenuti gli esponenti regionali, partendo dal governatore molisano Donato Toma, che si è detto contento del coinvolgimento della regione: “non posso che plaudire a questo progetto. Uno spaccato regionale che è stato ben colto. È un racconto di un mondo in parte in dissolvenza e in parte vivo e integro di cui vanno conservate la forza e le ragioni profonde di persistenza. C’è un altro Molise fuori dal nostro Molise, e le nuove generazioni hanno bisogno di conoscere il luogo di provenienza dei loro avi, di saperne la storia e provarne l’orgoglio.
La conoscenza è imprescindibile per conoscere il nostro vissuto, i gesti, le abitudini, le azioni. Noi vogliamo che coloro i quali hanno radici nella nostra regione e nella nostra Italia, attraverso il nostro racconto, siano affascinati e incuriositi e che vengano a trovarci”.
Anche per Alan Cristian Rizzi, Sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia, questo progetto è molto importante, anche in virtù del fatto che la Lombardia è la regione “con la presenza maggiore all’estero, 540 mila”. E in questo senso “noi abbiamo intensificato le associazioni che hanno rapporti con i lombardi nel mondo per sollecitare il turismo delle radici. Abbiamo fatto anche un bando per associazioni che operano con lombardi. Sappiamo delle potenzialità che si hanno con i corregionali all’estero” e per questo “crediamo fortemente in questo progetto”.
Infine, prima dell’esponente del Governo Draghi, è potuto intervenire anche Manlio Messina, Assessore Turismo Regione Sicilia: “una bellissima iniziativa che ci rende orgogliosi e fieri – ha detto -. Per noi questo è un percorso molto importante che abbiamo avviato anni fa. È un settore specifico del turismo che può dare grandi soddisfazioni alla regione e all’Italia. Noi avevamo iniziato prima della pandemia in questa direzione, ora stiamo riprendendo. Abbiamo tante storie da raccontare e che vogliamo raccontare”. Messina ha poi spiegato di aver condiviso da poco “un protocollo con le associazioni siciliane all’estero, che da qui a breve firmeremo. Questo ci consentirà di collegarci con tutti gli italiani all’estero che hanno voglia di visitare la terra d’origine. Abbiamo avviato un percorso anche con le Camere di Commercio Italiano all’estero e con l’Enit per realizzare eventi importanti e di richiamo in questi Paesi, come con l’Uruguay (è stato organizzato un festival all’insegna delle radici). Questo lavoro della guida ci dà una importante spinta, e credo che con Raíz si possa completare e arrivare obiettivi importanti, lo vogliamo fare fortemente. E ci dà anche la convinzione che la strada intrapresa sia quella giusta.
La Sicilia è presente e lo sarà anche in futuro”.
Infine, ha concluso la presentazione il Sottosegretario Della Vedova, collegato dal Parlamento, che come prima cosa ha voluto ringraziare tutti per l’importanza del tema “su cui stiamo cercando di lavorare molto e meglio”. È un tema di cui, ha spiegato, “già nelle prime missioni estero che ho realizzato ho parlato”. Quello del turismo delle radici “è un bacino su cui lavoriamo su un piano trasversale, sia coinvolgendo gli italiani all’estero per la promozione del Sistema Paese all’estero, sia nello specifico offrendo percorsi che possano attirare attenzione per il turismo delle radici. Offrire loro un servizio specifico, e offrire loro l’esperienza specifica che cercano è il nostro obiettivo”.
“Il mondo è quasi infinito – ha concluso Vignali citando lo scrittore Luigi Malerba -, e io sono un ottimo navigatore. Gli italiani all’estero sono dappertutto e questa Guida sarà un’ottima bussola”. (l.m.\aise)