La conquista italiana del K2
Alle ore 18 del 31 luglio 1954 per la prima volta fu raggiunta la vetta del K2, la seconda montagna più alta della terra dopo l’ Everest, con i suoi 8.611 metri. A riuscire nella difficile impresa fu una spedizione italiana, guidata dal ricercatore e geologo italiano Ardito Desio che a seguito di questa conquista fu nominato Cavaliere di Gran Croce. La spedizione era costituita da 30 componenti ma a raggiungere la vetta furono gli italiani Achille Compagnoni e Lino Lacedelli che per l’ impresa ricevettero una medaglia d’ oro al valore civile ma non evitarono l’ ombra infamante delle accuse lanciate dall’ alpinista Walter Bonatti incaricato, insieme all’ hunza Mahdi, di portare le bombole di ossigeno che dovevano supportare l’ ascesa finale e che furono costretti a passare una spaventosa notte dall’ addiaccio, a quota 8150 metri e con 50 gradi sotto zero, per la decisione di Compagnoni di spostare improvvisamente ad una quota più alta il campo, forse per impedire a Bonatti, secondo quanto sostenuto da quest’ ultimo anche in cause in tribunale (e in una diatriba durata ben 54 anni), di condividere la palma della gloria. Appena giunti sulla vetta Compagnoni e Lacedelli piantarono una piccozza con le bandiere italiana e pakistana.
La notizia della conquista del K2 fu accolta con grande entusiasmo dagli italiani che interpretarono questo evento come un simbolo di rinascita per il paese dopo la seconda guerra mondiale. Da quel momento il K2 divenne per tutti “la montagna degli italiani”. Nel cinquantenario dell’ impresa Compagnoni e Lacedelli, come Desio, furono nominati Cavalieri di Gran Croce.© 9Colonne