“Interpretare l’antico”: a Taormina con la cultura greca
Presso l’aera archeologica di Naxos a Taormina (ME), dal 31 di agosto inizierà la rassegna teatrale “Interpretare l’antico” diretta da Gigi Spedale per la Rete Latitudini, cinque drammaturgie legate al mito e alla cultura greca inserite nel cartellone dell’edizione 2021 del festival NaxosLegge, diretto da Fulvia Toscano e inquadrate del progetto “Comunicare l’Antico” e condiviso dalla direttrice del parco Gabriella Tigano.
La prima giornata verrà inaugurata alle 21:30 con “Agamennone” di Ghiannis Ritsos, interpretata dall’attore Filippo Luna e la musicista Virginia Maioranil. Il testo fa parte di “Quarta dimensione”, raccolta di diciassette poemetti drammatici ispirati al teatro antico, quasi tutti scritti negli anni in cui Ritsos era carcerato per la sua militanza libertaria.
Il 7 settembre alla 21 andrà in scena un’anteprima di “PerSéFone Variazioni sul mito per voce e corpo”, con la regia di Laura Tornambene e con protagoniste Elisa Di Dio e Simona Miraglia: un’attrice e una danzatrice, che faranno rivivere il mito della fanciulla sottratta con la forza alla madre, la dea Demetra, da Ade, signore degli Inferi, divenuta sposa.
Giovedì 9 settembre alle ore 21 è in programma “Didon now” di Lina Prosa interpreti Elisa Di Dio e il danzatore Virgilio Rattoballi, per la regia di Andrea Saitta. Drammaticamente consapevole della propria auto-distruzione Didone è l’immagine della donna capace di gettare tutto nell’oblio in nome della passione che in lei ha travolto e bruciato qualsiasi senso del dovere. Domenica 12 settembre alle ore 21 sarà la volta di “Pentesilea vs Achille” di Francesco Randazzo con la regia di Cinzia Maccagnano, che sarà in scena con Luna Marongiu e Cristina Putignano.
Una sorta di opera visiva e visionaria, dove l’immagine costruita dai corpi degli attori, secondo una partitura che indaga il mito e il quotidiano, viene completata da proiezioni di filmati originali, e soprattutto totalmente guidata dalla musica. Pentesilea vs Achille parla di disordine, di caos, di mito e di modernità, di smarrimento e di ricerca di un nuovo ordine in cui l’uomo contemporaneo possa ridefinire le proprie funzioni, appropriandosi della sua identità oltre la costrizione culturale.
La chiusura sarà il 15 settembre alle ore 21 nel Giardino delle Rose con la performance di danza e musica site specific “Nòstros”, interpretata dalla danzatrice Silvia Giuffrè con il valente violinista e compositore Alessandro Librio.
L’originale performance si sviluppa creando un’interazione particolare con il pubblico: uno scambio di energia; un tipo di intimità un’esperienza sensoriale e composita.