Il più grande fallimento occidentale del 21 secolo
Di Donatello D’Andrea
Le foto che arrivano dall’Afghanistan sono agghiaccianti. Le ambasciate sono state evacuate, mentre in città i talebani mettevano fine al debolissimo stato democratico afgano.
Termina così la più grande campagna militare dal dopoguerra, costata migliaia di morti e circa un trilione di dollari soltanto agli americani. Gli italiani hanno speso circa 9 miliardi di euro.
Vent’anni di presenza militare costante, 3541 soldati uccisi, di cui 53 italiani.
A cosa è servito questo sacrificio se i talebani hanno riconquistato tutto senza colpo ferire – almeno apparentemente. L’esercito locale si è sgretolato, il debole governo è caduto ancor prima di potersi rendere conto di cosa stesse succedendo.
Non giriamoci intorno: la campagna in Afghanistan rappresenta il più grande fallimento dell’Occidente, della sua politica estera e della sua scellerata strategia imperialista nei confronti dei Paesi asiatici.
D’altronde non a caso l’Afghanistan è chiamato il cimitero degli imperi. Da Alessandro Magno all’Unione Sovietica, le scomode e impervie montagne del Paese hanno messo fine ai sogni di gloria di numerosi condottieri. Alla lista si aggiungono anche gli americani e i suoi alleati.
Oltre ai costi economici e militari, ci sono anche quelli umanitari. Nei primi 4 mesi del 2021, Emergency aveva già ricoverato quasi 2000 pazienti vittime di guerra, cioè il 200% in più rispetto al 2011.
L’avanzata dei talebani ha rimesso in moto l’esodo della popolazione. Sono, per ora, circa 250 mila i civili costretti alla fuga, tra i quali spiccano numerosi bambini. A questi numeri si aggiungono i 150mila sfollati dei mesi di maggio e giugno.
Siamo di fronte a una catastrofe storica, ad un errore strategico degli americani, iniziato da Donald Trump e confermato da Joe Biden che in politica estera sta confermando molte scelte sbagliate del suo predecessore. Non si capisce nemmeno come mai gli americani abbiano deciso di lasciare un punto strategico per tenere sotto controllo la Cina.
La situazione non è rosea, anzi. A Kabul i talebani stanno rimuovendo tutto ciò che è qualificato come “occidentale”: dalle donne nelle vetrine ai manifesti pubblicitari.
La situazione è seria. Tocca interrogarsi sul più grande fallimento occidentale del 21 secolo. Ma bisogna fare in fretta: il tempo scorre inesorabile e si porta via donne e bambini, cioè i “trofei di guerra” dei talebani. E quelle vite pesano come un macigno sulla coscienza dei mediocri governanti occidentali.
In foto: un elicottero USA lascia l’ambasciata proprio come accadde nel 1975 con la caduta di Saigon, Vietnam.