Carlo A. Giovetti L’archivio ritrovato

Carlo A. Giovetti L’archivio ritrovato

Finestre sull’arte rubrica di arte e comunicazione a cura di Sonia Strukul

In questo articolo vi voglio raccontare di Carlo Giovetti, una figura del giornalismo italiano inusuale, un raffinato dandy che ha narrato il mito del boom economico degli anni sessanta, tra canzonette e fotoromanzi, dove a Cinecittà si girano i più importanti kolossal, sbarcano i divi hollywoodiani, il neorealismo post bellico è alle spalle, è il periodo della “dolce vita”.

Giovetti è un testimone del modello piccolo borghese dell’epoca in cui “ i sogni si avverano”.
Nasce a Modena il 16 febbraio del 1916, si laurea in giurisprudenza.


La sua carriera giornalistica si snoda tra Milano e Roma, ha lavorato in alcune delle testate più famose dell’epoca: Europeo, Settimo giorno, Settimana Incom, ecc. Nel 1958 fonda con altri colleghi Il Giorno, dal 1965 al 1967 a Milano, poi sarà capo servizio, per il settore spettacoli, della redazione romana, dove manterrà questo incarico fino alla conclusione della sua carriera nel 1975.

Da Roma si trasferisce a Sacile per essere più vicino alla famiglia del fratello, non avendone una una sua, dove morirà nel 1999.


Non è stato solo giornalista… ma anche fotografo, e con un certo gusto per l’inquadratura, sebbene i suoi fossero scatti non costruiti.

Amava documentare le sue interviste con delle foto, con la sua Rolleicord ha saputo cogliere momenti di intima verità. Aveva intuìto inconsapevolmente che l’immagine stava assumendo un ruolo predominante rispetto alla parola, non è un fotogiornalista, la redazione forniva sempre un fotografo professionista che lo affiancava nelle interviste, la sua è un’intima esigenza, ed è proprio per questo che le sue sono immagini che catturano l’attimo irripetibile, spontaneo.

Nel 2018 è stata allestita una mostra con le sue opere fotografiche alla prestigiosa Galleria Harry Bertoia di Pordenone dal titolo Backstage, curata da Guido Cecere, Antonio Ros e dal nipote Roberto Giovetti, custode di questo patrimonio fatto di fotografie e registrazioni di interviste a personaggi famosi degli anni sessanta, testimonianza di un periodo storico spensierato e leggero che fa parte della storia e del costume del nostro Paese.


Tra le tante interviste voglio ricordare quella a Brigitte Bardot del 1958, fatta a Cortina d’Ampezzo, in cui si parla di un suo tentato suicidio dove naturalmente la sex symbol francese smentisce parlando in un inaspettato buon italiano.(https://youtu.be/59f2FnDXk78)


Questo lavoro certosino lo si deve al videomaker nonché fotografo William Gemetti, che insieme a Roberto Giovetti ha riesumato e sbobinato tante vecchie registrazioni, mettendo in rete un archivio straordinario a disposizione di studiosi e appassionati che le richiedono da tutto il mondo. Oltre ai nastri magnetici, sono riapparsi anche degli interessanti filmini 8 mm.

In uno di questi appare per qualche minuto Maria Callas: la bobina originale attualmente è a Parigi per degli approfondimenti sulla figura di questa straordinaria cantante.

https://youtu.be/0UZHO_2KD38 Intervista a Pierpaolo Pasolini

https://youtu.be/mpUoI70Baok La dolce vita, un mosaico di immagini nostalgiche che ci riportano a un passato spensierato e a una leggerezza che purtroppo oggi non c’è più.

Ricordare la figura di Carlo Giovetti è stato per me un momento di serenità oltre che di ammirazione per il lavoro e la professionalità di questo uomo di cultura, raffinato e mai banale.

Vi invito ad ascoltare le interviste che fanno parte del nostro patrimonio storico/culturale.

Ringrazio Roberto Giovetti, Antonio Ros e William Gemetti per la loro collaborazione.

Per ulteriori approfondimenti: www.carlogiovetti.it

Photo Gallery

Silvana Mangano e Giorgio De Chirico

Sonia Strukul pittrice,artista esperta di Arte, cultura e comunicazione

Redazione Radici







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