Il documentario italo-uruguaiano Bosco premiato al Santiago Festival
di Matteo Forciniti
Continuano i riconoscimenti per “Bosco”, il documentario di Alicia Cano che racconta i ricordi di una storia di emigrazione italiana in Uruguay attraverso la descrizione di un piccolo paesino della provincia di Massa Carrara.
Pochi giorni fa è arrivato un altro importante premio con la menzione speciale della giuria del Festival Internazionale del Cinema di Santiago alla sua diciassettesima edizione svoltasi on line.
A scriverne è Matteo Forciniti su “Gente d’Italia”, quotidiano diretto a Montevideo da Mimmo Porpiglia.
“Il documentario della giovane regista di Salto è una coproduzione tra Italia e Uruguay – MyBossWas e Mutante Cine – ispirato al luogo protagonista dei racconti del nonno Orlando, un minuscolo villaggio sospeso tra Toscana e Liguria destinato a scomparire e dove il tempo sembra essersi fermato. A vivere e resistere in questo paradiso naturale incontaminato oggi sono rimaste solo 13 persone, tutti gli altri sono morti oppure sono partiti per l’America come la famiglia del nonno Orlando arrivata in Sud America nel periodo della Prima guerra mondiale e scomparso recentemente all’età di 104 anni.
“Io sono cresciuta con le storie che mi raccontava il nonno. Conosceva alla perfezione Bosco ma tutto quello che sapeva lo aveva sentito dai suoi genitori” racconta Alicia Cano.
“Da bambina ho costruito un’immagine mitologica di questo posto, erano le mie favole e per questo ho deciso di andare a vedere con i miei occhi quel luogo magico. Sono stata la prima della famiglia a tornare. Volevo mostrare come vivono le persone di fronte al tempo, al ricordo, alla perdita. Per me è un film sulla resistenza, ma anche su cosa rimane mentre le cose spariscono” ha osservato la giovane regista.
“Tra immaginazione e memoria, tra le due estremità dell’Oceano Atlantico, Bosco è sia una favola sul tempo ma anche una ricerca che insegue un luogo esistente al di là della cartografia e della realtà” si legge nella presentazione del documentario che ha partecipato al festival cileno nella categoria internazionale.
“Tra Bosco e Salto, tra immaginazione e memoria, si costruisce un dialogo dando forma a paesaggi che esistono al di là del tempo e della realtà. Girato nel corso di 13 anni, Bosco esplora ciò che rimane quando tutto sembra destinato a scomparire”.
Quello del Festival di Santiago è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti che sono stati attribuiti all’opera di Alicia Cano a partire dalla menzione speciale della giuria al Festival dei popoli di Firenze, la Biznaga de Plata come miglior documentario al Festival di Malaga e il miglior film ottenuto al Nuovi Mondi Festival.
Da segnalare, infine, anche un’apprezzata partecipazione al Trento Film Festival Montagne e Culture”.