La primavera non bussa,lei entra sicura. Intervista al candidato Sindaco Luigi Diego Perifano

La primavera non bussa,lei entra sicura. Intervista al candidato Sindaco Luigi Diego Perifano

di Daniela Piesco

Credo che delimitare il campo di osservazione alla dimensione locale della politica significa analizzare, per usare le parole di Boƒgdanor (1987, 316), il «modo in cui elezioni, partecipazione politica, leadership di partito e competizione di partito al più basso livello di governo eletto si correlano con il comportamento politico e con gli esiti del processo politico».

In passato, le tematiche relative alla politica locale non hanno suscitato un notevole interesse fra gli studiosi di sociologia e di scienza politica, perché in Italia era largamente condivisa l’opinione secondo la quale «il potere territoriale fosse solo un potere residuale» (Allum, 1991, 18).

La politica locale, soprattutto negli anni Sessanta, è stata considerata come «bassa politica», in netta contrapposizione alla cosiddetta «politica alta», propria dei Parlamenti e dei governi nazionali (Della Porta, 1999).

C’è anche da dire che l’irrilevanza della politica locale nel nostro Paese è il frutto delle caratteristiche di un sistema politico di tipo partitocratrico, proporzionale e centralizzato.

Ciò premesso continua il mio viaggio nella politica locale beneventana(https://www.corrierenazionale.net/viaggio-nella-politica-locale-beneventana/con Diego Luigi Perifano

Infatti si terranno il prossimo 3 e 4 ottobre le elezioni amministrative Benevento 2021, con la data del voto che è slittata per volontà del Governo a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Sarà di nuovo in campo Clemente Mastella, ex ministro e sindaco uscente che supportato da una serie di liste civiche proverà a ottenere un secondo mandato.

I candidati alla carica di sindaco sono oltre ai già citati Clemente Mastella e Luigi Diego Perifano Rosetta De Stasio e Angelo Moretti candidato della lista civico 22 appoggiato dai Verdi e da rifondazione comunista.

Intervista a Luigi Diego Perifano.

1) Avvocato Luigi Diego Perifano lei da sempre si è distinto sia per la qualità dell’impegno professionale che per il radicamento nella Città che lo ha portato a riscuotere la fiducia sempre crescente dei beneventani.In altre parole una personalità di alto profilo per competenza, professionalità, serietà e passione civile. Oggi è candidato sindaco di ‘Alternativa per Benevento’ e rappresenterà la coalizione nelle prossime elezioni amministrative di ottobre. A formalizzare la sua candidatura ,ricordiamo , sono state le dieci sigle politiche che caratterizzano Alternativa per Benevento:Articolo 1, Benevento Futura, Città Aperta, Cittadini in Comune, Civica, i Moderati, Centro Democratico, Patto Civico, i Riformisti, il Partito Democratico. Ebbene quali sono le emergenze da risolvere a Benevento? Mi indichi almeno le più imminenti

Le sembrerà strano ma a Benevento è diventato emergenza ciò che dovrebbe essere ordinaria amministrazione. Mi viene da pensare alla questione che più di tutte mi è stata sollecitata dai miei concittadini, in particolare nei primi incontri: la mancanza di decoro urbano. Non è un problema che riguarda questo o quel quartiere. Ovunque, dalle contrade alle zone popolari fino al centro storico è sempre la stessa storia: erbacce, marciapiedi rotti, strade rovinate e a volte mini-discariche a cielo aperto. E’ un quadro sconfortante. Sin dalla presentazione della mia candidatura, allora, ho messo tra le mie parole d’ordine “manutenzione”. Occorre una pianificazione ordinaria che rispetti e valorizzi la bellezza della nostra città.

2) Come intende mettere Benevento al centro?

Non sprecando le grandi opportunità che abbiamo dinanzi a noi. Siamo infatti alla vigilia di una stagione decisiva per i destini dei territori: alle porte, infatti, si affacciano le sfide del Pnrr e degli ultimi fondi europei. Purtroppo nel Sannio siamo già in ritardo. La Regione ha già messo a punto il suo Piano Strategico e qui la discussione non è stata neanche avviata. E’ questo perché da mesi le istituzioni, anche quelle non direttamente coinvolte dal voto, si preoccupano esclusivamente della campagna elettorale. Bisognerà correre per recuperare il terreno perduto e la scelta di presentare un programma di governo calibrato proprio sulle linee guida del Pnrr risponde a questa necessità.

3) Coerentemente all’opinione largamente maggioritaria del partito, i Democratici hanno concorso a costruire quel «campo largo e plurale» come era ed è negli auspici e nelle sollecitazioni dei due ultimi Segretari Nazionali, Zingaretti e Letta. Il Pd è unito,come è notorio , al suo fianco per partecipare insieme alla missione, politica e sociale di liberazione della città.Da cosa deve essere liberata Benevento? Qual’è il carceriere più potente?

Dal punto di vista amministrativo negli ultimi cinque anni a palazzo Mosti l’ha fatta da padrone l’immobilismo. Il Comune è stato trasformato in una sorta di comitato elettorale permanente e solo in prossimità delle elezioni (politiche, europee, regionali) si è registrato qualche sussulto di vitalità. Lei parla di carcerieri ma io non personalizzerei la vicenda. Non è Clemente Mastella il problema ma ciò che ha fatto e non ha fatto. In cinque anni si è preoccupato di fondare due partiti (Udeur 2.0 prima e Noi Campani dopo), di eleggere la sua consorte al Senato e di garantirsi una rappresentanza in Consiglio Regionale. Ricordo pure che si era auto-candidato per guidare il centrodestra alle elezioni regionali, sfidando De Luca. Poi il centrodestra gli ha chiuso le porte in faccia ed è diventato deluchiano. Nel mentre, i problemi di Benevento sono rimasti in attesa di risoluzione. Per rispondere alla sua domanda, allora, la Città va liberata da una politica attenta solo alle sue vicende e non a quelle della comunità.

4) Leit motiv della sua campagna elettorale è il tema della trasformazione tecnologica e dell’inclusione sociale. Lei ha ribadito fin da subito il ruolo chiave che l’innovazione digitale ha per il rilancio della città e dell’attività del Comune.Potrebbe spiegarci meglio?

L’obiettivo è rendere la Pubblica Amministrazione la migliore “alleata” di cittadini e imprese, con un’offerta di servizi sempre più efficienti e facilmente accessibili. Le linee guida le ha tracciate la Presidenza del Consiglio dei Ministri e noi dobbiamo allinearci a ciò che altre Città già stanno facendo. Partiremo dalle cose più urgenti come attivare i pagamenti digitali con pagoPA su tutti i servizi e ancora offrire ai cittadini servizi digitali tramite autenticazione qualificata (SpID). Abbiamo poi lanciato la proposta di una Smart city Lab in collaborazione con l’Università del Sannio per allestire un programma di azioni utili a trasformare Benevento in una città intelligente.

5) Secondo lei perché è così difficile una cooperazione tra istituzioni e operatori del settore per contribuire al benessere dei concittadini?

Perché la pubblica amministrazione viene ancora troppo spesso percepita come un ostacolo all’iniziativa dei privati. Le faccio un esempio: oggi un cittadino o un imprenditore che vuole relazionarsi con il Comune va sul portale istituzionale e consultando la sezione Amministrazione Trasparente si ritrova oltre cinquanta diversi uffici che, erogando diverse centinaia di procedimenti amministrativi, rendono particolarmente difficile –se non impossibile – l’acquisizione delle notizie anche da parte dei cittadini più esperti e qualificati.

6) A caratterizzare la sua campagna saranno cinque colori che rappresentano le azioni strategiche che si ricollegano alle priorità individuate dal Recovery Fund. Un chiaro input per cambiare le sorti di una città, che mal gestita, appare sempre più spenta, sempre più grigia. Ci parli della sua visione di una Benevento a colori.

A caratterizzare la nostra campagna saranno cinque colori che rappresentano le azioni strategiche che si ricollegano alle priorità individuate dal Recovery Fund. Il rosso sta a significare una Benevento inclusiva, attenta alle politiche sociali, al contrasto delle diseguaglianze; il verde vuole sottolineare l’esigenza di una città sostenibile, capace di tutelare e valorizzare il proprio ambiente e di assicurare ai cittadini un’adeguata qualità dell’aria e dell’acqua; l’arancione è il colore della Benevento attrattiva ed evidenzia l’impegno a investire nelle politiche culturali e per il turismo; il giallo persegue l’obiettivo di rendere la città vivibile per tutti, con progetti di rigenerazione urbana dei quartieri e delle periferie; il quinto colore è il blu e racchiude le politiche volte a trasformare Benevento in una città digitale.

7) Come potrà la nostra città, perché sono beneventana anche io, tornare a essere una voce autorevole del Sud?

Qualche settimana fa la Città ha ospitato una iniziativa promossa dalla Diocesi di Benevento e che ha visto la partecipazione di venti vescovi provenienti da altre aree interne del Paese. Ad aprire i lavori è stato un messaggio di Papa Francesco che invitava tutti i presenti a non lasciarsi paralizzare delle difficoltà. Un messaggio che ho apprezzato tantissimo. Le difficoltà del Sannio sono evidenti. La crisi dettata dall’emergenza Covid inevitabilmente penalizza quei territori già deboli. Come se ne esce? Non con l’immobilismo, non con la rassegnazione, per tornare al messaggio del Pontefice. Occorrono idee e progettualità, serve guardare con occhi nuovi a una società in continua trasformazione e c’è bisogno di una politica capace di declinare al futuro la propria azione.

8) Il suo programma appare essere in netta e totale discontinuità con l’amministrazione Mastella e finalizzato a produrre quel cambio di passo necessario alla Città di Benevento. Ebbene potrebbe delinearci le differenze rispetto al passato?

La prima differenza la vedrete nel metodo. Abbiamo parlato più volte, nel corso di questa intervista, del Pnrr e dei fondi europei. Avremo dunque la possibilità di intercettare notevoli risorse finanziarie. Rispetto a quanto accaduto in passato non inseguiremo finanziamenti a caso per opere inutili. Dobbiamo sapere che città abbiamo in mente e in funzione di questo organizzare una progettualità che ci consenta di prendere sullo scaffale delle opportunità quello che ci serve e non quello che capita. E ancora: In questi anni abbiamo vissuto troppe fratture tra le istanze della città e le rappresentanze istituzionali. Mi vengono in mente i problemi del centro storico, la vicenda dei pini, la questione dei percorsi ciclabili, la sistemazione dell’area del terminal. Serve un processo di riconciliazione utile a ricomporre le frizioni emerse negli ultimi cinque anni. L’attuale sindaco ha scelto di esasperare i conflitti, io proporrò e inseguirò la via del dialogo.

9) Altra nota dolente il declino demografico che andrebbe immediatamente fermato. Come?

Non esiste la bacchetta magica. Benevento non è un’isola e non può non pagare gli effetti delle grandi trasformazioni in corso. Un sindaco, però, non può neanche subire passivamente ciò che accade, limitandosi a recriminare una maggiore attenzione dalla Regione e dal Governo. Quando si parla di emigrazione è evidente che si introduce il tema del lavoro, innanzitutto. Per quanto di mia esclusiva competenza, allora, ho già annunciato-che ripristinerò l’assessorato al Lavoro (oggi, incredibilmente, non esiste neanche la delega in giunta) a cui affiderò, tra gli altri, il delicato compito di interloquire con gli altri livelli di governo e di facilitare l’incontro tra privati e cittadini per dare risposta alle esigenze occupazionali. Palazzo Mosti, poi, dovrà aprire le proprie porte ai giovani della città, investendo nelle loro capacità e competenze specialmente in quei settori dove occorre una visione della società al passo coi tempi. Alle forze imprenditoriali, alle rappresentanze sociali e all’Università degli Studi del Sannio, infine, chiederò poi di essere protagoniste assieme al Comune di un Patto per il Futuro della Città.

10) Crede che sia possibile scatenare un orgoglio sannita che risvegli come una nuova primavera Benevento e tutto il Sannio?

Ho accettato la proposta di candidatura a sindaco proprio perché ci credo. Ma bisognerà mollare i freni. Servono fatica e coraggio, idee e competenze. Il nostro futuro dobbiamo prendercelo, non attendere che siano altri a costruircelo. Lei ha parlato di primavera e allora le ricordo – mi consenta una citazione di De Andrè – che primavera non bussa, lei entra sicura.

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Redazione

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