Ue: raccomandazioni per migliorare la sicurezza dei giornalisti negli Stati membri

Ue: raccomandazioni per migliorare la sicurezza dei giornalisti negli Stati membri

In occasione del suo discorso sullo stato dell’Unione di ieri, 15 settembre, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha evidenziato l’importanza dell’informazione, la quale “è un bene pubblico”. Per questo, secondo lei, è necessario “proteggere chi offre trasparenza: le giornaliste e i giornalisti”. E per tale ragione ha dato notizia di aver presentato oggi, 16 settembre, “una raccomandazione per una migliore protezione dei giornalisti e delle giornaliste”.


Negli ultimi anni i giornalisti hanno subito un crescente numero di attacchi, culminati in omicidi nei casi più tragici. La crisi COVID-19 ha reso il loro lavoro ancora più difficile, con redditi più bassi, in particolare per i liberi professionisti, e un accesso limitato ai luoghi di lavoro.
Allo scopo di invertire questa tendenza la Commissione Ue definisce per gli Stati membri azioni volte a migliorare la sicurezza dei giornalisti, sia offline che online. La raccomandazione invita, tra l’altro, alla creazione di servizi nazionali di sostegno indipendenti, tra cui linee telefoniche di assistenza, consulenza legale, sostegno psicologico e rifugi per giornalisti e professionisti dei media che subiscono minacce. Esorta inoltre ad aumentare la protezione dei giornalisti durante le manifestazioni, a migliorare la sicurezza online e a fornire sostegno in particolare alle giornaliste.


“Nessun giornalista dovrebbe morire o subire violenze a causa del suo lavoro – ha spiegato Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza -. Dobbiamo sostenere e proteggere i giornalisti; sono essenziali per la democrazia. La pandemia ha evidenziato più che mai il ruolo fondamentale dei giornalisti per divulgare le informazioni e l’urgente necessità che le autorità pubbliche si adoperino maggiormente per proteggerli. Oggi chiediamo agli Stati membri di intervenire con decisione per rendere l’UE un luogo più sicuro per i giornalisti”.


“La libertà e il pluralismo dei media rappresentano il fulcro dei nostri valori dell’UE e dobbiamo difenderli attivamente. L’industria dei media continua ad adattarsi ed evolversi e così anche le minacce cui devono far fronte i professionisti dei media nello svolgimento del loro lavoro. Le minacce online sono una realtà nuova. Oggi presentiamo una raccomandazione che concentra il nostro impegno sull’azione maggiormente necessaria: garantire la sicurezza dei giornalisti, sia online che offline”, ha aggiunto Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno.
Raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti


Il documento definisce raccomandazioni, anche incentrate su proteste e manifestazioni, sicurezza online e responsabilizzazione digitale, giornaliste e giornalisti appartenenti a gruppi minoritari.


1. Raccomandazioni generali
Visto il numero crescente di attacchi contro i giornalisti (oltre 900 aggressioni nell’UE nel 2020), la raccomandazione invita gli Stati membri a indagare e perseguire con determinazione tutti gli atti criminali, avvalendosi pienamente della legislazione nazionale ed europea in vigore. Ove necessario, gli Stati membri sono incoraggiati a coinvolgere le autorità europee, come Europol ed Eurojust. Gli Stati membri dovrebbero promuovere una migliore cooperazione tra le autorità di contrasto e gli organi di informazione per individuare e affrontare in modo più efficace le minacce cui i giornalisti sono esposti e per fornire una protezione personale ai giornalisti la cui sicurezza è a rischio. È inoltre fondamentale che i media dispongano di un accesso non discriminatorio alle informazioni, anche attraverso conferenze stampa o documenti in possesso delle autorità pubbliche. Le raccomandazioni evidenziano inoltre l’importanza della formazione e del rafforzamento dell’accesso alla protezione sociale per tutti i professionisti dei media.


2. Proteste e manifestazioni
Quasi un incidente su tre si verifica in occasione di manifestazioni: infatti le manifestazioni rappresentano il contesto in cui i giornalisti hanno subito aggressioni con maggiore frequenza nel 2020. Gli Stati membri dovrebbero prevedere una formazione periodica per le autorità di contrasto per garantire che i giornalisti e gli altri professionisti dei media siano in grado di lavorare in condizioni di sicurezza e senza restrizioni durante tali eventi. La collaborazione con i rappresentanti dei giornalisti è essenziale per decidere in merito alle misure più adeguate, ad esempio per quanto riguarda l’identificazione visiva dei professionisti dei media. Tra le misure raccomandate figura anche la nomina di ufficiali di collegamento incaricati di informare i giornalisti circa i potenziali rischi, prima che le proteste o le manifestazioni abbiano luogo.


3. Sicurezza online e responsabilizzazione digitale
La sicurezza digitale e online è diventata motivo di grande preoccupazione per i giornalisti, a causa dell’incitamento all’odio online, delle minacce di violenza fisica, ma anche dei rischi connessi alla cibersicurezza e della sorveglianza illegale. Gli Stati membri sono invitati a promuovere la cooperazione tra le piattaforme online e le organizzazioni che vantano competenze specifiche nella lotta alle minacce nei confronti dei giornalisti, ad esempio incoraggiando il loro potenziale ruolo di segnalatori attendibili. I pertinenti organismi nazionali che si occupano di cibersicurezza dovrebbero, su richiesta, assistere i giornalisti che cercano di determinare se i loro dispositivi o i loro account online siano stati compromessi nell’ottenere i servizi di investigatori forensi in materia di cibersicurezza. Gli Stati membri dovrebbero anche promuovere un dialogo regolare tra tali organismi che si occupano di cibersicurezza, i media e l’industria di settore, in particolare al fine di promuovere la sensibilizzazione in materia di cibersicurezza e le competenze digitali tra i giornalisti.


4. Giornaliste, giornalisti appartenenti a gruppi minoritari e giornalisti che riferiscono su questioni relative alla parità
Le giornaliste e i giornalisti appartenenti a gruppi minoritari, nonché i giornalisti che riferiscono su questioni relative alla parità, sono particolarmente vulnerabili alle minacce e agli attacchi. Le giornaliste sono maggiormente esposte a minacce rispetto ai loro omologhi maschili e il 73% di esse ha dichiarato di aver subito violenze online nello svolgimento del proprio lavoro. La raccomandazione esorta gli Stati membri a sostenere le iniziative volte a promuovere l’empowerment delle giornaliste, dei professionisti appartenenti a gruppi minoritari e dei giornalisti che riferiscono su questioni relative alla parità. Incoraggia gli Stati membri a migliorare la trasparenza e la segnalazione efficace per quanto riguarda gli attacchi e le discriminazioni nei confronti di questi giornalisti e a fornire loro informazioni su come ottenere assistenza e sostegno. La raccomandazione sottolinea inoltre l’esigenza di promuovere l’uguaglianza e l’inclusione nelle sale stampa e nell’industria dei media nel suo complesso, e di incentivare lo sviluppo costante di competenze e abilità nell’ambito di tutte le professioni pertinenti per la protezione dei giornalisti.aise

Redazione

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