Grande attesa per la canonizzazione del Beato Fra Giacomo Varingez di Bitetto
Dopo tre secoli non ci sono più motivazioni che ne giustifichino il ritardo
Tra i compiti principali delicati e molto spesso complessi del Direttore di uno o più giornali sia cartacei che on line vi è quello porre in essere una comunicazione semplice, comprensibile, veritiera ed efficace; caratterizzata da lealtà ed onestà intellettuale nel dare le informazioni, nel comunicare attraverso il giornale con i suoi lettori.
Tutto questo, però, non basta poiché il Direttore di un giornale deve anche sapere ascoltare, anzi direi che dovrebbe essere bravo soprattutto ad ascoltare il suoi lettori ma anche la società civile nelle sue varie sfaccettature culturali, sociali, politiche ed economiche, umane interlocutori in genere.
La capacità dell’ascolto non è facile, stare in doveroso quanto necessario silenzio per ascoltare quello che gli altri dicono o ti vogliono dire ha il grande vantaggio di capire quali sono le richieste o le problematiche che i lettori pongono al giornale e aiutano lo stesso direttore a capire in quale direzione e quali linee politico/giornalistiche/cronachistiche deve attivare affinchè quell’ascolto sia positivo e dia risposte concrete e particolarmente attese: L’obiettivo primario di un giornale è sempre quello di fideizzare il maggior numero di lettori; in questo modo cresce il gradimento dei lettori verso il giornale e conquista una sua nicchia nel mondo editoriale della comunicazione che cresce e si impone maggiormente all’attenzione di un mercato da tempo immemorabile in crisi.
Negli ultimi mesi uno dei temi sui quali si è aperto un dibattito appassionato, vivace ed interessante; oggetto tra l’altro di diversi articoli, inviati dai nostri lettori e regolarmente pubblicati su Il Corriere Nazionale,www.corrierenazionale.net, Il Corriere di Puglia e Lucania, www.corrierepl.it, e Progetto Radici,www.progetto-radici.it, concerne l’incredibile excursus storico della Canonizzazione del Beato Fra Giacomo Varingez il cui corpo incorrotto si trova custodito e venerato presso il Convento dei Frati Francescani di Bitetto, città natale di questo direttore e che custodisce i ricordi della sua infanzia.
Registriamo come ormai da moli anni la Comunità dei Frati minori Francescani di Puglia e Molise è mobilitata con tantissime iniziative al fine di raggiungere l’agognato obiettivo di assistere finalmente dopo oltre tre secoli dalla sua beatificazione alla canonizzazione del Beato Fra Giacomo Varingez.
Una battaglia condotta con grande passione, con tanto amore intriso di preghiere, suppliche, opere di solidarietà e di carità tutte finalizzate a far conoscere le virtù di questo umile fraticello di Dio morto in odore di santità per il suo integerrimo stile di vita e per i numerosi miracoli che gli vengono attribuiti.
Tra le tante iniziative promosse dai frati francescani in occasione del 525° anniversario della morte del Beato Giacomo, che si da per certa avvenuta nell’anno 1496, segnaliamo quello dell’Anno giubilare Giacomiano (evento straordinario per la Santa Chiesa) indetto con decreto della Penitenzieria apostolica, con decorrenza dal 27 aprile 2020 al 27 aprile 2021, lo stesso decreto concedeva nel contempo anche l’indulgenza plenaria quotidiana a chi vi partecipava.
La predetta data in considerazione della straordinaria partecipazione dei fedeli alle varie celebrazioni e veglie di preghiera è stata prorogata al 31 dicembre 2021.
In concomitanza con l’anno giubilare i frati minori francescani per assecondare le numerosissime richieste pervenute da parrocchie e conventi delle regioni nelle quali il Beato Giacomo è particolarmente venerato hanno organizzato la “peregrinatio” della venerata reliquia del dito del Beato Fra Giacomo Varingez , un percorso itinerante di preghiera.
Attesa con grande devozione l’iniziativa sta riscuotendo un successo straordinario che va oltre ogni previsione sia per il numero di richieste pervenute, che ancora oggi si sta cercando di assecondare, sia per la grandiosa platea di fedeli che vi stanno partecipando.
Tra le numerose “peregrinatio” in chiese strabocchevoli di fedeli che cantano e pregano citiamo : la Basilica Pontificia della Madonna del Pozzo a Capurso; il Santuario della Madonna delle Grazie a Manfredonia; la Comunità parrocchiale di S. Antonio in quel di Campobasso; la Chiesa di San Leone Magno a Bitonto; la Basilica della Madonna dei Martiri a Molfetta; il Monastero di San Luigi a Bisceglie.
Nel corso delle celebrazioni religiose e degli incontri spirituali sono state ribadite le virtù eroiche che hanno fatto grande il Beato Giacomo e che giustificano il fatto che nonostante gli inspiegabili ritardi ed omissis il Nostro per i suoi fedeli è già, comunque, Santo da cinque secoli.
Una Santità che si poggia su basi solide non solo per gli innumerevoli miracoli che gli vengono ascritti ma soprattutto per i tratti salienti della sua straordinaria personalità e per il suo stile di vita caratterizzato dalla preghiera, dalla meditazione, dai sacramenti, specialmente l’eucarestia, dall’amore per Gesù Crocifisso, da umiltà, semplicità, amore per il prossimo e per in suoi confratelli, il distacco dal mondo e dalle sue tentazioni, la preghiera estatica per la Vergine Maria che fin dall’infanzia aveva scelto come consigliera maestra e madre ed un particolare incanto per la natura che lo resero non già un essere solitario ma al contrario lo spinsero ad essere maggiormente sensibile alla pratica della carità e al servizio dei poveri e dei diseredati.Dio, inoltre, lo volle arricchire anche del dono della profezia e dei miracoli come riportato in diversi documenti ed atti ufficiali nei quali gli vengono riconosciuti bel sessanta miracoli, Ciononostante inspiegabilmente la Chiesa tarda a riconoscere la Santità del Beato Giacomo di Bitetto ed a procedere alla sua canonizzazione.
albero miracoloso
Un iter tormentato che non ha precedenti nella bimillenaria storia della Chiesa basti pensare che il processo canonico fu avviato solo il 1629, ben oltre un secolo (123 anni) dalla sua morte avvenuta il 1496 e dalla scoperta del suo corpo incorrotto, poi il processo fu inspiegabilmente e senza ragione alcuna sospeso e ripreso nel 1694,ad oltre mezzo secolo dal suo avvio; e finalmente durante il vescovado di Mons. Odierna; a conclusione del lungo iter processuale, riconosciuti i carismi di Giacomo Varingez e la secolare devozione di Bitetto e dei paesi vicini, il 29 dicembre del 1700, confermato il culto ad immemorabili del Beato Giacomo Illirico di Bitetto, Papa Clemente XI lo dichiarò Beato.
Dal 1700 si è dovuto attendere il 1998, circostanza che ha dell’incredibile, che non ha peraltro alcuna giustificazione sul piano razionale oltre sul sul piano della fede, per concludere la enciclopedica “Positio super vita virtutibus et fama sanctitatis” che conteneva l’ampia ed articolata documentazione raccolta e che confermava la Santità del Beato Giacomo. La Positio ottenne il Decreto sulla sua concretezza e validità il 18 dicembre 1998 da parte della Congregazione delle cause dei Santi. Successivamente in data 19 novembre 2008 (intanto erano trascorsi altri 10 anni) il Congresso Ordinario della Congregazione riunitosi per discutere sull’eroicità delle virtù del Beato Giacomo raggiunse l’unanimità dei voti positivi da parte dei consultori storici e teologici.
Superato questo ulteriore e fondamentale passaggio ci si è dedicati alla valutazione del presunto miracolo della guarigione avvenuta a Bitetto, quasi sessant’anni or sono, di un bimbo investito e ridotto in fin di vita da un motociclo, attraverso un dettagliato “ summarium super miracolo” ( caso clinico, testimonianze, , giudizio dei medici legali ed altro).
In data 8 marzo 2012 si riuniva la Consulta Medica della Congregazione dei Santi , la quale sul caso clinico su esposto , ha inaspettatamente espresso giudizio sospensivo per i dati esigui sulla diagnosi , prognosi e terapia e guarigione e, pertanto , non si è espressa sull’inspiegabilità o meno del presunto miracolo.
Tale decisione come abbiamo potuto rilevare ha lasciato un po’ tutti perplessi perché la dinamica e la storicità dei fatti, la documentazione raccolta compresa quella medica lasciava poco spazio a piroette fantasiose rivelandosi di una concretezza ineccepibile.
Con il definitivo riconoscimento di quest’ultimo miracolo il processo di santificazione del Beato Giacomo poteva probabilmente ormai ritenersi concluso; si attendeva solo che Papa Francesco stabilisse la data del grande e santo evento. Anzi in molti erano convinti che il Papa avrebbe canonizzato il Beato Giacomo il 27 aprile 2014 nello stesso giorno in cui salivano alla gloria degli altari Papa Giovanni XXIII° e Papa Giovanni Palo II, due pilatri della fede cristiane, le cui numerose virtù eroiche avevano suscitato vasti movimenti in tutti il mondo ne che chiedevano la canonizzazione.
La loro Santificazione non ha dovuto attendere 5 secoli ma si è concretizzata in pochi decenni. Per il Beato Giacomo ci vorrà forse ancora tempo, viene richiesta molta pazienza e tanta fede; la pazienza si sa è la virtù dei forti; purtroppo però la pazienza la si può anche perdere ma si può perdere purtroppo anche la fede. Cerchiamo di evitarli.
Il Corriere Nazionale, Il Corriere di Puglia e Lucania e Radici però non si fermano e andranno avanti con un cronoprogramma di iniziative che porterà avanti in stretta collaborazione e coinvolgimento della Comunità dei Frati minori Francescani di Puglia e Basilicata, le Parrocchie, i Conventi, gli Oratori, le Associazioni religiose che sollecitano da tempo ormai la Santità del Beato, e soprattutto la moltitudine di fedeli, in tutto il mondo, che attende con speranza la realizzazione di un sogno.
Per tutti noi il Beato Giacomo è da tre secoli Santo, si tratta di spendere il massimo impegno affinchè sia la Chiesa a riconoscerlo come tale.
Prima o poi scopriremo le misteriose manovre che stanno dietro questo inaccettabile ritardo e di tutto ci impegniamo sin d’ora a dare piena contezza ai nostri lettori.
Dott. Antonio Peragine
Direttore de Il Corriere Nazionale