Seggi elettorali via dalle scuole
di Paolo Pagliaro
Una delle novità positive di queste amministrative è che in 120 comuni sono stati allestiti seggi elettorali in luoghi diversi dalle scuole. E’ accaduto in città come Roma, Torino, Bologna, Siena, Pordenone, Novara e in altri comuni minori. In totale i seggi interessati sono stati 510, con circa 300mila elettori.
Le sezioni sono state ospitate in edifici comunali, palestre, capannoni, musei, centri ricreativi, e il risultato è che 30 mila studenti hanno potuto continuare a frequentare le lezioni.
Non è andata così alla stragrande maggioranza dei loro compagni, lasciati a casa senza neppure il placebo della didattica a distanza.
Ci sono scuole che – tra allestimento dei seggi, votazioni, scrutinio e disinfezione dei locali – per le elezioni resteranno chiuse addirittura 11 giorni. Succede ad esempio a Napoli, dove i genitori dell’istituto Cuoco Schipa per questo hanno protestato in piazza.
Il governo ha messo a disposizione un fondo di 2 milioni per incentivare i Comuni a spostare fuori dalle scuole la sede dei seggi, ma molti lo hanno fatto senza attendere l’incentivo statale. C’è da attendersi che la buona pratica, già avviata in alcuni Comuni l’anno scorso, si diffonda.
Oggi il presidente dell’Invalsi ha documentato come la pandemia, con lo stop alle lezioni in presenza, abbia avuto effetti devastanti sulla preparazione dei ragazzi, in particolare quelli provenienti da famiglie disagiate.
Non sembra davvero più il caso di esercitare il diritto di voto ai danni di quello all’istruzione.9Colonne